Almeno 35 studentesse iraniane sono state portate in ospedale dopo aver inalato gas tossico presso la scuola superiore Khayyam di Pardis, una città vicina a Teheran. Questo tipo di episodi si sta verificando sistematicamente in diverse scuole iraniane, con intossicazioni, che vedono vittime sempre delle studentesse, riportate anche in altre città, tra cui Qom, Ardebil, Boroujerd e Sari, oltre che a Teheran.

Nel corso degli ultimi mesi, a Qom, una delle principali città sante iraniane, centinaia di studentesse sono state intossicate nel tentativo di provocare la chiusura delle scuole femminili. I media locali hanno riportato casi di avvelenamento respiratorio di centinaia di bambine nelle scuole della città. Il viceministro della Salute, Youness Panahi, ha confermato che l'avvelenamento è stato intenzionale.

Secondo alcune fonti non ufficiali, un gruppo religioso estremista chiamato Hazarehgera, che ha sede a Qom e Isfahan, potrebbe essere responsabile degli incidenti perché ritiene che le ragazze non dovrebbero ricevere istruzione.

Alcuni attivisti sui social media hanno denunciato che le studentesse sono vittime di una vendetta a causa delle proteste anti governative nelle scuole che si sono verificate dopo la morte di Mahsa Amini, la 22enne di origine curda che ha perso la vita dopo essere stata messa in custodia perché non portava il velo in modo corretto.

Secondo notizie che arrivano dai social una delle studentesse di Qom "avvelenate" da sostanze chimiche, sarebbe morta. Il suo nome, Fatemeh Rezaei, appare su centinaia di hashtag su Twitter. La famiglia dell'allieva 11enne, della scuola religiosa più prestigiosa della Repubblica islamica, sarebbe stata minacciata di non divulgare la notizia, poi rilanciata dagli amici della vittima.