Per il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu sarebbero ancora più di 2.000 i soldati ucraini asserragliati all'interno dell'acciaieria Azovstal, ultimo baluardo di resistenza della città di Mariupol, ormai interamente in mano all'esercito russo.

Su quei soldati è Putin ad aver deciso. In tv, seduto ad un tavolino, di fronte al ministro della Difesa, il presidente russo ha detto che non c'era bisogno di conquistare l'acciaieria, definendo sufficiente "bloccare la zona industriale in modo che neppure una mosca possa scappare".

Quindi, per i militari del reggimento Azov e quelli della 36.a brigata dei marines, insieme ai feriti e ai civili, sarebbero un migliaio, rifugiati nei seminterrati dell'impianto, l'unico destino sarebbe quello di arrendersi o morire di fame. 

La decisione di Putin è dettata dalla disperata necessità di mostrare risultati concreti nella guerra da lui promossa. Poter dire di aver conquistato Marioupol è per lui già qualcosa... quindi, inutile attendere la resa dei soldati  nell'acciaieria Azovstal.

Inoltre, Putin vorrebbe celebrare il 9 maggio (che per i russi è quello che per noi è il 25 aprile) con una parata anche a Mariupol e per questo dovrebbe "ripulire" la città... a partire dalle vittime del conflitto che, secondo fonti ucraine sarebbero almeno 20mila. In quest'ottica andrebbe letta la dichiarazione di Petro Andryushchenko, un collaboratore del sindaco di Mariupol, che ha detto che le truppe russe avrebbero iniziato a seppellire i morti di Mariupol in fosse comuni a Manhush, una città a 20 chilometri più a ovest, anche come tentativo per nascondere i crimini di guerra commessi. 

Notizie che si accavallano alla propaganda che, in qualsiasi guerra, viene sempre usata dalle parti in conflitto, ma che è sempre difficile verificare, soprattutto nell'immediato. 

E a proposito di propaganda, questo è il bollettino di giovedì delle perdite subite da Mosca: 21.000 i soldati russi rimasti uccisi durante l'invasione, mentre sono stati perduti 829 carri armati, 2.118 veicoli corazzati da combattimento, 393 pezzi di artiglieria, 136 lanciarazzi multipli, 67, 172 aerei, 151 elicotteri, 166 droni e 8 navi.

Secondo quanto riportato da un funzionario della difesa statunitense, l'aviazione ucraina avrebbe adesso reso operativi 20 aerei, grazie ai pezzi di ricambio fatti arrivare da Stati Uniti ed altri Paesi. Lo stesso funzionario ha dichiarato che in questo momento l'Ucraina ha più aerei di quanto non ne avesse solo tre settimane fa. Inoltre, almeno una nazione stava pensando di inviare aerei a Kiev.

Il rappresentante permanente dell'Ucraina presso le Nazioni Unite, Sergiy Kyslytsya, ieri ha dichiarato in un tweet che la Russia ha respinto la tregua pasquale (per gli ortodossi la Pasqua si celebra domenica prossima) proposta dal segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. Per l'ambasciatore russo la tregua avrebbe permesso "ai nazionalisti e ai radicali di Kiev" la possibilità di riorganizzarsi.

Proseguono incessanti i bombardamenti russi su Kharkiv (nord-est del Paese) dove, secondo il sindaco Ihor Terekhov, sono ancora presenti circa un milione di persone, mentre solo il 30% della popolazione è stata evacuata, principalmente donne, bambini e anziani.

Intanto, è arrivato a 1.020 il numero dei civili uccisi dai russi, per lo più giustiziati, nell'area intorno alla capitale Kiev. Molti dei loro corpi sono stati seppelliti anche in fosse comuni e gradualmente vengono riesumati. Anche a seguito di tali crimini, Lettonia ed Estonia hanno ufficialmente riconosciuto l'aggressione della Russia e i successivi crimini di guerra contro l'Ucraina come genocidio.