Un portavoce della Commissione Ue, rispondendo a una domanda sulle ultime decisioni prese dal governo Meloni revocando alla Corte dei Conti parte dei suoi compiti in relazione all'attuazione del Pnrr ha dichiarato:

"Noi abbiamo un accordo con l'Italia sulla necessità di avere un sistema di controlli efficace per quanto riguarda la spesa dei fondi del Pnrr ed è responsabilità delle autorità italiane che questi enti siano in grado di lavorare. Le autorità italiane hanno istituito un ente ad hoc responsabile del controllo dei fondi del Pnrr, monitoreremo con grande attenzione cosa prevede la bozza di legge riguardo la Corte dei Conti".

È stata sufficiente solo questa banale considerazione a far andare il sangue alla testa alla premier Meloni che, tramita una lunga nota pubblicata nel pomeriggio da Palazzo Chigi, ha risposto in questi termini: 

In riferimento alle dichiarazioni di un portavoce della Commissione Europea sulle norme riguardanti la Corte dei conti e i controlli sul Pnrr, il Governo italiano ha delle osservazioni di merito e di metodo.1. Sulla necessità dei controlli
Il Governo condivide il fatto che “il Recovery necessita di un quadro di controlli che siano adatti e proporzionati alla sua natura unica e in modo che i programmi di spesa si basino sull’efficienza.” L’azione del governo si basa su questo principio.
2. Sul pre-giudizio non informato
Il portavoce afferma che la “Commissione europea non commenta i progetti di legge”, ma subito dopo - senza alcun approfondimento di merito - lo stesso portavoce della Commissione fa seguire delle considerazioni che alimentano polemiche politiche strumentali che non corrispondono alla realtà.
3. Sulle modifiche inesistenti
Le norme proposte dal Governo - approvate ieri dalla Commissione parlamentare nel D.L. Pubblica Amministrazione - non modificano quanto già concordato tra Commissione europea e Governo italiano, le norme in discussione non intervengono su quanto previsto dal D.L. 77 del maggio del 2021.
4. Sulla disciplina dei controlli della Corte
Il primo decreto sull’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, tra i diversi aspetti, disciplina i controlli sui fondi del Pnrr da parte della  Corte dei Conti. Tale decreto, che rappresentava una specifica milestone del Pnrr, è stato rendicontato positivamente dalla Commissione. Tale norma non solo non viene in alcun modo modificata, ma è proprio la sua corretta attuazione che il governo vuol realizzare. Infatti all’art .7 comma 7, il decreto prevede: “La Corte dei conti esercita il controllo sulla gestione  di  cui all'articolo 3, comma 4, della legge 14 gennaio 1994 n. 20, svolgendo in particolare valutazioni di economicità, efficienza ed efficacia circa l'acquisizione e l'impiego delle risorse finanziarie provenienti dai fondi di cui al Pnrr. Tale controllo risponde ai criteri di cooperazione e di coordinamento con la Corte dei conti europea, secondo quanto previsto dall'articolo 287, paragrafo 3 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea”. La legge in questione (governo Draghi), quindi, affida alla Corte dei conti il controllo sui fondi Pnrr nella modalità del controllo successivo sulla gestione e non del controllo concomitante, con criteri di cooperazione e coordinamento con la Corte dei conti europea. Tale disciplina dei controlli della Corte dei conti sui fondi del Pnrr non solo resta in vigore, ma viene pienamente attuata.
5. Sullo scudo erariale e la Commissione
Quanto alla proroga dello scudo erariale per funzionari e dirigenti pubblici, la norma è in vigore già da tempo e non ci sono mai state osservazioni da parte della Commissione. L’emendamento governativo approvato ieri ne proroga l’efficacia di ulteriori 12 mesi. Questa disciplina è rimasta in vigore per tre anni con due diversi governi, senza aver provocato alcun rilievo, siamo certi che la linea della Commissione non cambierà di fronte alla proroga di un altro anno decisa da un governo di diverso segno politico.
6. Sulla cronologia degli atti parlamentari
La limitazione della responsabilità amministrativa dinanzi alla Corte dei conti fu prevista dall’art. 21, comma 2, del DL 16 luglio 2020 n. 76 (Governo Conte II). Tale limitazione, che aveva inizialmente un’applicazione limitata al 31 luglio 2021, è stata estesa, dapprima, dalla legge di conversione (sempre Governo Conte II) del medesimo decreto – legge n. 76 del 2020 (con il differimento di detto termine al 31 dicembre 2021) e successivamente dall’articolo 51, comma 1, lett. h), del decreto - legge 31 maggio 2021, n. 77, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2021, n. 108 (Governo Draghi), che ha ulteriormente differito detto termine al 30 giugno 2023.
7. Sui rapporti tra Governo e Corte dei conti
Ieri a Palazzo Chigi si è svolto un lungo, cordiale e proficuo incontro tra il Governo e la Corte dei conti. Nell’incontro è stata decisa all’unanimità l’apertura di un tavolo di lavoro per revisionare e definire meglio alcuni istituti relativi ai controlli sul Pnrr.
8. Sulla Costituzione, il diritto e la politica
Utili spunti sulla materia si possono trarre dalla lettura delle interviste di illustri costituzionalisti come Sabino Cassese, Cesare Mirabelli e Giancarlo Coraggio, che nelle ultime 24 ore hanno illustrato come l’intervento del Parlamento sia rispettoso della Costituzione, delle prerogative della Corte dei conti, improntato alla leale collaborazione tra le istituzioni.

Quindi... non mettete becco, vorrebbe sintetizzare Giorgia Meloni che però, pare aver dimenticato, chi ci dia o ci dovrebbe dare i soldi del Pnrr.