È morta la Regina indiscussa della TV, aveva 78 anni. "Raffaella ci ha lasciati. E' andata in un mondo migliore, dove la sua umanità, la sua inconfondibile risata e il suo straordinario talento risplenderanno per sempre".

Con queste parole Sergio Iapino ha dato il triste annuncio unendosi al dolore degli adorati nipoti Federica e Matteo, di Barbara, Paola e Claudia Boncompagni, degli amici di una vita e dei collaboratori più stretti.

Raffaella Carrà si è spenta a Roma alle 16.20 di oggi, dopo una malattia che da qualche tempo l'aveva attaccata. Aveva una forza inarrestabile, che l'ha imposta ai vertici dello star system mondiale, una volontà ferrea che fino all'ultimo non l'ha mai abbandonata, facendo sì che nulla trapelasse della sua profonda sofferenza. L'ennesimo gesto d'amore verso il suo pubblico e verso coloro che ne hanno condiviso l'affetto, affinché il suo personale calvario non avesse a turbare il luminoso ricordo di lei. 

Nelle sue ultime disposizioni, Raffaella ha chiesto una semplice bara di legno grezzo e un'urna per contenere le sue ceneri. Nell'ora più triste, sempre unica e inimitabile, come la sua travolgente risata. 

"Sono immensamente scosso. E' stata un'artista eccezionale, un'autodidatta straordinaria, io la conosco dagli inizi della sua carriera. Io non sono riuscito mai a fare un programma con lei, era l'unico rimprovero che le facevo sempre, è il mio grandissimo rimpianto", dice Pippo Baudo, estremamente scosso, commentando a caldo la scomparsa improvvisa di Raffaella Carrà. "Aveva studiato ballo, era diventata anche una grande ballerina - ricorda Pippo a ruota libera, trattenendo le lacrime -. Quando fece coppia con Mina, c'era un'asimmetria notevole tra le due, perché Mina è più alta di lei, eppure lei annullava questa asimmetria. E poi, è una delle poche soubrette italiane, forse l'unica, che ha avuto successo nei paesi ispanici".  Baudo ricorda un aneddoto a questo proposito: "Una volta in Spagna, a Plaza de Toros, c'era Raffaella Carrà da sola col suo gruppo, e ricordo intorno trentamila persone. Una cosa incredibile, un amore come per nessun'altra italiana". Il motivo dell'enorme successo e dell'unicità di Raffaella stava, secondo il popolare conduttore, nella semplicità: "Era la bella 'burdela' romagnola, la guappa, aveva una voce forte che faceva impazzire tutti. Il suo modo di essere faceva pensare ad ogni ragazza di poter diventare Raffaella Carrà, invece non era vero. Ci voleva solo il suo talento per essere Raffaella Carrà. E' stata l'ultima vera grande soubrette. Sono affranto". 

Raffaella Maria Roberta Pelloni, questo il suo nome all'anagrafe, era nata a Bologna il 18 giugno 1943 ed è cresciuta in Romagna. Cresce seguendo il Musichiere, imparando a memoria titoli e ritornelli. A otto anni lascia la Romagna per frequentare l'Accademia Nazionale di Danza di Roma, quella di Jia Ruskaia. Ha 14 anni quando la Ruskaia le dice che ha le caviglie troppo piccole e che andando avanti così, forse a 28 anni avrebbe potuto fare la coreografa. Raffaella fugge via e decide di tentare la via del cinema e si iscrive al Centro sperimentale di cinematografia.

Nel 1960 conquista una piccola parte ne "La lunga notte del '43" di Florestano Vancini. Tre anni dopo gira "I Compagni" e poi "Celestina" con Carlo Lizzani. Quindi l'esperienza americana. Con Frank Sinatra recita in "Il colonnello Von Ryan". "Venni scelta tra un sacco di attrici famose che avrebbero voluto recitare accanto a Frank. Era un gran signore, ma non conoscevo le sue canzoni. Andavo al juke-box e mettevo i Beatles. Era perplesso'', aveva ricordato.

Hollywood non la fa impazzire.  Viene scelta per affiancare in Rai Nino Ferrer nel programma "Io, Agata e tu". Sconosciuta ai più, ha il coraggio di chiedere: ''Datemi tre minuti solo per me. Anche padre Rotondi ha tre minuti solo per lui. Perché a me no?''

Siamo nel 1969. Da lì la sua inarrestabile ascesa. Raffaella Carrà debuttò a soli 18 anni in televisione in "Tempo di danza" (1961), al fianco di Lelio Luttazzi, e nella commedia musicale "Scaramouche" (1965), nel 1970 approdò a Canzonissima, divenendo nota al grande pubblico.

Fu così che la Carrà divenne la prima showgirl del piccolo schermo in bianco e nero.  Notevole successo ottenne nel 1984 con "Pronto, Raffaella", che raggiunse ascolti straordinari per la fascia meridiana. Conduttrice di "Domenica in" (1986) sempre per la Rai, nel 1987 passò per un breve periodo a Canale 5, per poi tornare nel 1991 a Raiuno con la trasmissione "Fantastico 12". 

Dopo una parentesi di quattro anni a Madrid, dove portò il programma "Hola Raffaella" per la televisione spagnola, è rientrata in Italia nel 1995 riproponendosi con successo in "Carramba! Che sorpresa" (1995-97 e 2002), trasmissione ispirata al varietà britannico "Surprise, surprise".  

Ha quindi continuato a raccogliere consensi presentando "Carramba! Che fortuna" (1998-2000 e 2008) e "Segreti e … bugie" (1999), sempre su Raiuno. Nel 2001 ha condotto il Festival di Sanremo, nel 2004 il programma "Sogni", mentre dedicato alle adozioni a distanza è stato "Amore" del 2006. Nel 2007 è uscito "Raffica Carrà", raccolta videomusicale delle numerose sigle televisive che ha interpretato.

Nel 2013 è tornata sul piccolo schermo su Raidue come coach del talent show "The Voice of Italy" ed è uscito il suo ultimo album "Replay". Nel 2015 ha condotto su Raiuno il talent show "Forte forte forte" e ha interrotto la sua partecipazione a "The Voice of Italy", ripresa l'anno successivo. Del 2019 è il suo ultimo programma, "A raccontare comincia tu" su Raitre. 

Indimenticabile Raffaella... Semplicemente CIAO!



Crediti immagine: commons.wikimedia.org/wiki/File:Raffaella_Carr%C3%A0_1960s.jpg