Cos'è il debito pubblico
- Viene rappresentato dall'esposizione di uno Stato e di altri soggetti pubblici nei confronti di altri soggetti economici.
- Viene diffuso dalla Banca d'Italia attraverso il supplemento "Finanza pubblica, fabbisogno e debito" e viene annunciato con un periodo di posticipo.
- Per valutarne l'entità, rappresentarlo rispetto alla ricchezza economica di una nazione si confronta con altri debiti pubblici nazionali lo si rapporta solitamente al Prodotto Interno Lordo di una nazione.
Quando nasce il nostro debito pubblico
Il Regno d’Italia fu proclamato il 17 marzo 1861 e la prima delle leggi unificatrici riguardò l’istituzione del Gran Libro del debito pubblico in cui confluirono i debiti degli stati preunitari. L’emanazione di queste leggi unificatrici risultò necessaria per rispondere (ad esigenze politiche); il riconoscimento da parte del Regno d’Italia dei debiti degli stati preunitari, fortificò il processo di unità nazionale ed accrebbe la fiducia degli Stati esteri. Vi furono, inoltre, esigenze di tipo economico-finanziario poiché il bilancio dello Stato era in dissesto. Il Governo fu costretto ad emettere il primo prestito di 500 milioni di lire. Tra Governi di Destra e quelli di Sinistra avremo una continua crescita del debito e una lenta decrescita tra misure di ammodernamento del paese , prestiti per infrastrutture, sovvenzionamenti militari, mutui in oro per pagare il riscatto di ferrovie.
Come le guerre hanno influito sul debito
Tra il 1900 e il 1914 si riscontrarono quasi sempre avanzi di bilancio derivanti principalmente dalle emissioni di buoni poliennali del Tesoro utilizzati per finanziare la guerra in Libia ed il debito aumentò di 2.160 milioni.Le spese dello Stato iniziarono ad aumentare rapidamente con lo scoppio della 1° guerra mondiale e le entrate non riuscivano a coprire il fabbisogno di spesa. Nel periodo bellico le entrate tributarie non riuscirono a coprire i bisogni dello Stato infatti la copertura della spesa pubblica da parte delle entrate cadde al 48% nel 1915 fino a raggiungere il minimo del 29% nel 1917. tra il 1914-15 e il 1918-19 i prestiti esteri, insieme ai prestiti interni, fornirono circa i due terzi delle nuove risorse finanziarie di cui necessitava lo Stato. Il resto fu coperto tramite i tributi e le emissioni di carta moneta.La struttura dell`indebitamento subì una notevole trasformazione infatti i debiti a medio e lungo termine passarono dal 94,1% al 60,9 del totale. Il debito fluttuante perse cosi la sua funzione originaria di strumento per fronteggiare temporanee esigenze di cassa soprattutto a causa dei buoni ordinari del Tesoro che aumentarono da 401 milioni nel 1914 a 24,1 miliardi nel 1922.Durante la guerra e nel dopoguerra il rapporto debito/Pil si mantenne su livelli non molto più elevati rispetto a quelli prebellici , considerando anche il debito estero, il rapporto debito/PIL raggiunse il 125% nel 1920 che rappresentò il valore più elevato nel periodo considerato.Gran parte del Debito Estero venne condonato grazie all'azione mediatrice del ministro delle finanze Giuseppe Volpi attraverso la conseguenza di un basso peso del debito fino all'inizio degli anni trenta. Concorsero al contenimento del debito altri due fattori: la debolezza della lira e la crescente inflazione, si ebbe la svalutazione del valore reale dei salari e una progressiva crescita della disoccupazione. Nel 1926 il governo aveva annunciato una politica di rivalutazione della lira, proprio per la sua continua svalutazione, tramite l'obiettivo del cambio fisso tra la lira e la sterlina britannica nella proporzione del 90%.Nel 1933 venne creato l'IRI, su progetto di Alberto Beneduce, come soluzione temporanea per proteggere alcuni comparti industriali dal rischio di allargamento della crisi bancaria.La Nostra situazione debitoria peggiorò drasticamente nel 1935, dopo la decisione governativa dell'inizio della campagna di guerra in Africa: venne infatti imposta una pesante tassazione ai privati (sia tramite una imposta patrimoniale, che con iniziative come Oro alla Patria), che si applicò anche ad alcuni comparti produttivi (la tassa IGE colpì infatti alcune fasi della produzione), ciononostante la spesa pubblica (e con essa il debito) ricominciò a salire bruscamente Nel 1936 l'Italia uscì infine dal regime di gold standard. Dal 1936 il debito pubblico aumentò , fino a raggiungere il massimo nel 1943.
Che bello fare la guerra quando le risorse le estorci dal popolo.
Grazie per la Lettura. Qui la parte 2.