"Crediamo che queste persone siano ladri. Le macchine [elettorali?, ndr] delle grandi città sono corrotte. Questa è stata un'elezione rubata. Il miglior sondaggista britannico [chi?, ndr] ha scritto stamattina [dove?, ndr] che questa è stata chiaramente un'elezione rubata, che è impossibile immaginare che Biden abbia superato Obama in alcuni di questi Stati".


Questo è un dei tweet postati domenica da Trump sul proprio account, uno dei tanti, che permettono di capire il tenore delle sue dichiarazioni e quanto sia lontano dall'idea di riconoscere la vittoria del suo avversario, con il consueto concession speech.

Il perché di tanto livore? A parte l'aspetto psicologico collegato alla sconfitta - Trump viene descritto al pari di un bambino viziato a cui non è possibile negare nulla - c'è anche un lato pratico della vicenda che riguarda le sue attività e il suo patrimonio.

I suoi hotel in questi ultimi anni nel complesso non hanno prosperato. Forse anche a causa del suo modo divisivo d'intendere la politica, il "marchio" Trump non tira più come prima e gli accordi commerciali che ne avevano permesso l'espansione in Canada, a Panama e New York non sono stati rinnovati. Altre strutture di sua proprietà, anche a causa della pandemia, stanno perdendo soldi.

Nei prossimi 4 anni Trump dovrà far fronte alla scadenza di prestiti per 400 milioni di dollari. Infine, ci sono due diverse indagini che lo riguardano, una promossa da parte del procuratore generale di New York e l'altra da parte del procuratore distrettuale di Manhattan. 

Pertanto, mettendo insieme tutti questi elementi è possibile immaginare che Trump possa prendere atto della sconfitta elettorale? Impossibile crederlo. 

In ogni caso, che a lui piaccia o meno, entro le ore 12 del 20 gennaio, dovrà sloggiare dalla Casa Bianca.