Nuovo cessate il fuoco tra Armenia e Azerbaigian, che da giorni hanno ripreso su larga scala le ostilità per il controllo del Nagorno-Karabakh, e nuove reciproche accuse per averlo violato.

Dalla ripresa delle ostilità, iniziata lo scorso 27 settembre, l'Azerbaigian ha dichiarato che sono stati 60 i civili azeri uccisi e 270 quelli rimasti feriti, non rivelando però il mumero di morti e feriti tra i militari.

Gli armeni del Nagorno-Karabakh hanno comunicato che 633 sono state le perdite tra i militari e 36 quelle tra i civili.

Sulla base di questi numeri, il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, sabato era riuscito a convincere i suoi omologhi armeni e azeri ad osservare la tregua concordata una settimana fa, ma mai rispettata da nessuna delle due parti in conflitto. 

La nuova tregua avrebbe dovuto scattare a partire dalla mezzanotte, ora locale. Ma manche stavolta, però, non sembra che che ci sia l'intenzione di rispettare il cessate il fuoco.

Secondo il ministero della Difesa armeno, l'esercito azero avrebbe violato la tregua per ben due volte durante la notte, facendo uso anche dell'artiglieria e dal Nagorno-Karabakh hanno fatto sapere che l'attacco lanciato sulle loro postazioni all'interno dell'enclave ha causato vittime e feriti da entrambe le parti.

Il ministero della Difesa azero da parte sua ha denunciato un attacco con mortai e artiglieria nelle vicinanze di Jabrail e in alcuni villaggi della regione.

Entrambe le parti si sono accusate a vicenda anche di attacchi deliberati condotti in aree occupate esclusivamente da civili.