Il Likud di Netanyahu e Kahol Lavan (Blu e Bianco) di Benny Gantz hanno ottenuto ciascuno 35 seggi, un risultato di sostanziale parità. Unica differenza è che il partito del premier uscente può contare sul'appoggio della destra israeliana per ottenere i numeri necessari a formare un nuovo governo.

Shas e UTJ (Giudaismo Unito della Torah) hanno ciascuno 8 seggi, Yisrael Beiteinu e l'Unione dei partiti di destra 5 ciascuno, mentre Kulanu, il partito del ministro delle finanze Moshe Kahlon, ha ottenuto 4 seggi.

Netanyahu, che Haaretz definisce a questo punto una sorta di dittatore di fatto, può così contare su una maggioranza di 65 seggi per chiedere al presidente Reuven Rivlin di poter formare la nuova compagine governativa.

Alle dichiarazioni trionfalistiche di Netanyahu, Gantz ha risposto ringraziando i suoi numerosi elettori e promettendo comunque battaglia in Parlamento. 

Oltre al peggior risultato di sempre fatto registrare dai laburisti, da notare che a sorpresa entrano alla Knesset le liste palestinesi Hadash-Taal (sinistra araba) e Raam-Balad (islamisti e laici), rispettivamente con 6 e 4 seggi. Questo risultato è stato ottenuto nonostante si sia recato alle urne meno del 50% degli arabi israeliani, visto che sono relegati ad essere cittadini di serie B e visto lo scandalo esploso durante il voto con migliaia di telecamere nascoste introdotte da sostenitori del Likud nei seggi dove votavano gli arabi. Telecamere spia che dovevano registrare volti, parole e voti palestinesi.

Secondo le autorità palestinesi, nel nuovo Parlamento israeliano solo 14 dei 120 deputati eletti sostengono una soluzione a due Stati come via percorribile per una pace con i palestinesi.

Hanan Ashrawi, membro del Comitato esecutivo dell'OLP, ha detto che il risultato delle urne dice "purtroppo, che gli israeliani hanno votato in modo schiacciante per i candidati che sono inequivocabilmente impegnati a consolidare lo status quo di oppressione, occupazione, annessione e espropriazione del territorio dei palestinesi e ad intensificare l'attacco ai loro diritti nazionali e umani. Gli israeliani, in maggioranza, hanno scelto di essere rappresentati da una destra xenofoba e anti-palestinese che ha come obbiettivo quello di consolidare ed estendere l'attuale politica di apartheid".

Una politica, ha aggiunto Ashrawi, incoraggiata e sostenuta dalle scelte sconsiderate dell'amministrazione Trump, nonostante violi i diritti dei palestinesi e le leggi internazionali.