La musica è da sempre una delle forme artistiche che hanno avuto più a che fare con la censura. Degli ultimi anni potremmo prendere ad esempio tantissimi casi di giovani artisti che verrebbero censurati se dovessimo avere riscontro dalle parole scritte sui social dalle generazioni passate. Di tutti questi casi ne potremmo prendere ad esempio due in particolare: Skioffi ad “Amici” e Junior Cally a “Sanremo”.

Questi due artisti hanno delle caratteristiche che li accomunano: l’età, il genere musicale e le critiche ricevute. Sono proprio queste critiche che invece li differenziano, ma andiamo con ordine.

Nel novembre 2019, appare negli studi televisivi del talent “Amici” Skioffi, giovane rapper classe 1992. Nel mondo del rap è conosciuto per i suoi testi volutamente trash e talvolta molto forti, come ad esempio quello del brano “Yolandi”, rilasciato nel 2017. Il brano si presenta come uno storytelling in cui Skioffi impersona un ragazzo che vede finire la relazione con la sua ragazza a causa di un tradimento della stessa. Due anni dopo il rapper presenta dei progetti totalmente diversi alla scuola di Maria de Filippi ma al momento delle selezioni i giudici, anziché giudicarlo per ciò che presenta in quel momento, scavano nel suo passato. Inizia dunque un mese tormentato per l’artista che si vede criticato non solo dai giudici ma anche dal pubblico. Durante il programma, tutte le persone della scuola intorno a Skioffi cercano in qualche modo di catechizzarlo e portarlo a chiedere scusa e redimersi, come se avesse lui stesso commesso un delitto che in realtà ha solo raccontato in un testo totalmente inventato, non lasciandogli neanche lo spazio per esprimersi come lui avrebbe voluto nella scuola di Amici, portando addirittura il brano alla censura con la sua rimozione da Youtube (adesso è nuovamente disponibile). Nonostante il pubblico del talent sia prevalentemente giovanile, notizie del genere vengono sempre fiutate dai cosiddetti “over” che dunque iniziano la loro campagna contro di lui. Le critiche ricevute da Skioffi sono la prova lampante che non c’è spazio per la libertà nella musica secondo chi è rimasto legato al passato e che le passate generazioni non accettano che un ragazzo cerchi di fare musica prendendo il posto di quelli che considerano i loro idoli da sempre, quasi come se le nuove generazioni debbano per forza ascoltare artisti dell passato senza dare spazio al rinnovamento. Il testo incriminato è palesemente uno storytelling, ovvero letteralmente “una storia raccontata”. Nel medesimo periodo, la Warner pubblicizza sulle reti televisive il trailer di un nuovo film in uscita nel 2020, “L’uomo invisibile”. Il film, diretto da Leigh Whannel, racconta anch’esso di una relazione violenta e malsana tra uomo e donna. Già dal trailer si poteva percepire il riferimento a scene di violenza sulla protagonista donna ma lì nessuno ha osato aprire bocca. Ecco dunque, qual è la reale differenza tra un film rilasciato in tutto il mondo e la canzone di un giovane artista italiano con poche centinaia di migliaia di visualizzazioni in rete? Che sia forse nell’animo degli italiani polemizzare senza pensare che potrebbero risultare incoerenti? Basti pensare a quanti brani del passato, acclamati e cantati a squarciagola contengano testi che si riferiscono spesso e volentieri agli stessi argomenti. (A tal proposito vi invito a leggere un articolo a cura di Ilaria Paoletti che ho trovato in rete intitolato “Le 5 canzoni italiane “sessiste” che oggi sarebbero state censurate”). Per quale motivo accanirsi contro un ragazzo di 27 anni che si immedesima in uno psicopatico e non contro un regista o uno scrittore che fa esattamente la stessa cosa? Siamo davvero in un momento storico in cui un giovane non può esprimersi liberamente perché costretto a seguire dei canoni ancora dettati dalle generazioni passate che non riescono a passare il testimone?

Le medesime accuse sono state rivolte nel 2020 ad un altro giovane artista rap, ovvero Junior Cally. Il rapper “mascherato” si fa strada su Youtube, piattaforma sulla quale vanta milioni di visualizzazioni, fino al 31 dicembre 2019, giorno in cui annuncia via Instagram la sua partecipazione alla 70esima edizione del Festival di Sanremo. Per molti giorni i meno giovani si limitano a domande come “Chi è? Non lo conosco, come fa ad essere tra i big?” ma tutto si ferma a quell’interrogativo, se vogliamo, normale. Il 16 gennaio, Junior Cally rilascia un’intervista al Corriere della Sera dichiarando che il suo brano in gara “No grazie” contiene riferimenti politici, in particolare alla Lega e Matteo Salvini, ed immediatamente ecco la polemica. Il 19 gennaio, con un post su Facebook, la senatrice della Lega Lucia Borgonzoni critica fortemente un verso tratto dal brano “Strega” di Junior Cally del 2017. Il verso recita “L’ho ammazzata e le ho strappato la borsa, c’ho rivestito la maschera”. In questo caso soffermarci sul vero significato del testo completo non ci serve ai fini del nostro discorso, nonostante ciò vi invito a vedere il video degli Arcade Boyz proprio sulla vicenda che potete trovare su Youtube. Come dicevamo, la censura che viene chiesta ad entrambi gli artisti è causata dallo stesso argomento ma c’è un particolare che le differenzia: Junior Cally stava per essere censurato dalla classe politica. A far riflettere è un particolare interessante che pochi hanno notato, ovvero la partecipazione nello stesso anno e alla stessa competizione canora di un altro rapper, Rancore. Il rapper romano, non ha un passato differente e per comprenderlo possiamo prendere ad esempio il testo di “Esercizi di stile” del 2016. Ecco ma per quale motivo nessuno scavò nei testi passati di Rancore e su di lui non ci fu nessuna polemica? La risposta è molto più semplice di quanto sembri: Junior Cally dava fastidio a Matteo Salvini. Se Junior Cally avesse portato a Sanremo un brano come “Amore di mezzo”, uscito recentemente, probabilmente nessuno si sarebbe preoccupato di cercare uno scheletro per lui e nessuno avrebbe chiesto la sua eliminazione dal Festival. Si, è stata chiesta la sua eliminazione, per la quale al tempo di mobilitò anche la regione Liguria, mentre nello stesso momento Rancore non venne mai preso in considerazione per un’esclusione. Se avessero eliminato il primo avrebbero dovuto eliminare anche il secondo, ma Rancore, come abbiamo detto non dava fastidio a nessuno, di conseguenza i meno giovani (e gli elettori della Lega) avviarono la loro campagna di censura solo contro Junior Cally. Qui parliamo di musica, non mi soffermerei a parlare di politica anche perché non la seguo, ma questo tentativo di censura ricorda un periodo storico particolare del nostro paese, non trovate?

La storia della musica è costellata di censure, testi crudi, misoginia, esaltazione di droghe leggere e non, costumi eccentrici, atteggiamenti provocatori e violenze ma alle generazioni passate era ed è tutto concesso. Alla fine della storia il tutto può essere riassunto con un “noi siamo stati e saremo sempre migliori di voi” gridato sottovoce dalla gente che non crede nei giovani che loro stessi hanno creato, che non devono andare al passo con i tempi ma devono restare legati ad un passato che non hanno vissuto. Non fate musica, non scrivete libri, non recitate, piuttosto ascoltate gli album degli anni ’50, leggete solo Alighieri e Petrarca, guardate solo film in bianco e nero. È l’unica via per vivere sereni in una nazione che vedrà il famoso “ricambio generazionale” solo quando gli attuali giovani diventeranno una “generazione passata”.