Da una parte, il Governo ci dice che lo stato di salute dell'Italia, dal punto di vista dell'economia, è in netto miglioramento rispetto agli passati, dall'altra, ricerche e rapporti ci dicono che le situazioni di disagio sono invece in aumento.

L'ultima comunicazione al riguardo è fornita da Save the Children che ci ricorda che in Italia più di un minore su 10 (l’11,2%) inizia il 2018 in condizioni di severo disagio abitativo, con il 14,8% delle famiglie con bambini che non riesce a riscaldare adeguatamente la propria casa.

Rispetto al passato, il numero di minori in povertà assoluta in Italia è aumentato del 14% arrivando al numero di 1.292.000, di cui oltre un terzo ha meno di 6 anni, mentre dal 2008 al 2016 il numero di bambini in condizione di severo disagio abitativo è cresciuto del 15,5%.

Tra questi ultimi, uno su cinque vive in case con problemi strutturali caratterizzati da umidità, muffa, soffitti gocciolanti, infissi rotti e tra costoro, un quarfto vive anche in strutture poco luminose.

Le famiglie con bambini impossibilitate a riscaldare l’abitazione in modo adeguato supera la media dell’Unione europea di oltre 6 punti percentuali e, dal 2008, hanno fatto registrare un incremento del 28,7%.

Ma anche il numero degli sfratti è aumentato, con 35.336 eseguiti con l'intervento della forza pubblica nel solo 2016, con un incremento dell’8% rispetto all’anno precedente. A questo dato si devono però anche aggiungere il numero delle richieste di esecuzione di sfratto, arrivato a 158.720, il 3% in più. In queste famiglie, nel 70% dei casi vi è la presenza di minori.

Questo il commento di Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia Europa di Save the Children: «In un paese dove la povertà minorile rappresenta una vera emergenza, tantissimi bambini vivono in alloggi fatiscenti, senza la possibilità di crescere in salute e sicurezza.

I dati sul disagio abitativo, già così preoccupanti, sono sottostimati: tengono conto delle sole famiglie con residenza, escludendo quei nuclei con minori in emergenza abitativa che vivono, per esempio, in rifugi di fortuna.

Sempre più spesso, al Nord come al Sud, nei quartieri più svantaggiati, ci troviamo a fronteggiare, con le associazioni e i servizi sociali territoriali, casi di emergenza abitativa che colpiscono i bambini, con conseguenze molto gravi per la loro salute, il percorso scolastico, la vita familiare. È indispensabile rafforzare gli strumenti di protezione per scongiurare il ripetersi di queste situazioni.

Chiediamo che il 2018 sia un anno decisivo nel contrasto alla povertà estrema dei minori. Nel 2017 è stato introdotto uno strumento importante per le famiglie in povertà socio-economica, il "reddito d’inclusione", ma alle famiglie non iscritte all’anagrafe è preclusa la possibilità di presentare la domanda per il beneficio.

Con il decreto legge 14/2017 si è data ai sindaci la possibilità di derogare al divieto di iscrizione anagrafica per chi vive in strutture abusive, nel caso di nuclei familiari dove sono presenti dei minorenni, a tutela delle condizioni igienico-sanitarie.

Chiediamo ai sindaci di applicare questa deroga per consentire sempre alle famiglie in difficoltà socioeconomica l’accesso ad un sostegno anche materiale da parte dei servizi sociali, così come a servizi vitali come la luce e il riscaldamento e, allo stesso tempo, chiediamo che si attivi, a livello nazionale, un piano di contrasto alla povertà abitativa, a partire dalle famiglie con bambini e dalle persone più vulnerabili.»