La scienza ha illuminato il cammino dell’umanità, dissolvendo le ombre dell’ignoranza e portando alla luce i meccanismi della natura con un rigore che, in epoche passate, sarebbe sembrato pura magia. Il moto degli astri, la nascita della vita, la struttura della materia: ciò che un tempo era avvolto nel mistero e attribuito al volere divino, oggi trova spiegazione attraverso equazioni e teorie sperimentali. Il progresso scientifico ha rivoluzionato il nostro modo di vedere il mondo, regalandoci una comprensione sempre più profonda della realtà che ci circonda.

Eppure, nonostante le straordinarie conquiste della scienza, persistono interrogativi fondamentali che sfuggono al rigore della prova sperimentale. L’origine dell’universo, la sua possibile infinità, la natura dello spirito e l’esistenza di una vita dopo la morte sono enigmi ancora privi di risposte definitive. La scienza, per sua natura, si basa su fatti dimostrabili e ripetibili, mentre la fede si nutre dell’indimostrabile, accogliendo il mistero e l’insondabile.

In questa eterna tensione tra conoscenza e fede, l’essere umano si trova sospeso, proprio come accadeva millenni fa. Se da un lato la scienza offre spiegazioni razionali e verificabili, dall’altro la religione fornisce risposte trascendenti, capaci di dare un senso al mistero dell’esistenza. Gesù Cristo, figura centrale dei Vangeli, incarna questa tensione in modo straordinario: egli non solo insegna attraverso parabole e miracoli, ma solleva anche interrogativi profondi sul significato ultimo della vita. I suoi insegnamenti spingono gli uomini a guardare oltre la materia, a cercare una verità che non si limita alla dimensione fisica.

Nei Vangeli, il miracolo della resurrezione rappresenta il punto di massimo contatto tra scienza e fede. La scienza, con i suoi strumenti, può analizzare i testi, studiare le testimonianze e avanzare ipotesi storiche, ma non può dimostrare o confutare il mistero della resurrezione. Questo evento rimane al di fuori della verifica empirica, collocandosi in un ambito in cui la fede assume un ruolo preponderante. Eppure, è proprio questo evento a dare un senso alla fede cristiana: se Cristo è risorto, allora la morte non ha l’ultima parola, e il senso della vita si apre a una dimensione eterna.

Anche le parole di Gesù sulla natura dell’uomo e del cosmo aprono riflessioni che vanno oltre la scienza. Quando afferma “Io sono la via, la verità e la vita” (Giovanni 14:6), non offre una spiegazione scientifica, ma propone un orizzonte esistenziale e spirituale che risponde al bisogno di dare un senso a questa vita e a questo mondo. La scienza può spiegare il come delle cose, ma il perché ultimo resta un enigma che solo la fede tenta di sondare.

Forse, un giorno, la scienza riuscirà a rispondere a tutte le domande che oggi ci sembrano irrisolvibili. Se mai scopriremo cosa sia nato prima tra l’uovo e la gallina, o se Cristo sia davvero risorto in carne, ossa e spirito, allora potremo dire che la scienza ha svelato tutta la verità del mondo e della vita. Fino ad allora, l’umanità continuerà a muoversi tra il rigore della conoscenza e il fascino del mistero, cercando un equilibrio tra la ragione e la fede, tra ciò che è dimostrabile e ciò che, forse, resterà per sempre nell’ombra del divino.