C'è una voce, e poi c'è quella voce. Quella che non imita, ma interpreta. Non replica, ma rievoca. È la voce di Sabrina Morante, romana di nascita, toscana d’adozione, artista dalla lunga esperienza che oggi dà vita a un progetto musicale capace di emozionare, scuotere e far riflettere: L’Altra Mina.

Un titolo che dice molto, ma non tutto. Perché “altra” non vuol dire “copia”, né “sosia”, né tanto meno “surrogato”. L’altra Mina di Sabrina è un sentiero parallelo, un viaggio emotivo, una dimensione che accarezza l’eredità dell’icona Mina Mazzini senza mai scimmiottarla. È un tributo vissuto con pudore e fuoco, un atto d’amore musicale che si nutre di rispetto e identità.

“Per me Mina è un universo musicale infinito. Non cerco di copiarla, ma di entrare nel suo mondo, con rispetto, e farlo mio,” racconta Sabrina. “Ogni canzone è un viaggio dentro di me e dentro le emozioni di chi ascolta.”
E davvero, ascoltare Sabrina Morante non significa assistere a uno spettacolo di imitazione, ma partecipare a un rito di evocazione. La voce è potente ma misurata, dolce quando serve, graffiante quando la canzone lo richiede. L’intenzione è sempre chiara: non replicare il gesto vocale di Mina, ma restituirne lo spirito.

L’arte della distanza emotiva
Ci vuole coraggio a sfiorare un monumento della musica italiana come Mina. E ancora più coraggio a farlo senza nascondersi dietro un travestimento. Sabrina affronta il repertorio della "Tigre di Cremona" con sobrietà scenica ed eleganza emotiva. Cura ogni arrangiamento, ogni gesto sul palco, ogni parola pronunciata tra un brano e l’altro.

Il suo è un tour che tocca luoghi fisici ma soprattutto interiori. Parte da Arezzo, città che l’ha adottata e in cui coltiva ogni giorno la sua arte, ma non dimentica Roma, le sue origini, la prima scintilla. E poi il viaggio continua online, in formato digitale, dove le sue performance – tra video, live streaming e contenuti originali – raccolgono una community sempre più vasta e affezionata.

Dietro ogni nota, vent’anni di musica
Sabrina non è arrivata qui per caso. Quasi due decenni di carriera la precedono, segnati da collaborazioni importanti, gavetta vera, e un amore mai venuto meno per il canto. Quell’amore che oggi trova una forma compiuta nel progetto L’Altra Mina. Un lavoro maturo, stratificato, che unisce estetica e cuore, tecnica e istinto.

In un’epoca in cui i tributi spesso si limitano alla superficie, Sabrina va in profondità. Non solo canta le canzoni di Mina, ma ne raccoglie l’eco. Ne percepisce le sfumature emotive, le rivive con la sua storia, e le offre al pubblico in una nuova luce.

Non un’imitazione. Un’esperienza.
Nel panorama musicale italiano, dove i tributi spesso oscillano tra nostalgia e caricatura, L’Altra Mina si distingue per autenticità. Sabrina non cerca applausi facili né scorciatoie visive. Il suo omaggio si gioca tutto sull’intensità, sulla delicatezza con cui maneggia un repertorio sacro. Non è la voce di Mina quella che ascoltiamo: è un’eco, una rifrazione, una nuova voce che canta con Mina, non al posto suo.

Un’operazione artistica e sentimentale, quella di Sabrina Morante, che merita attenzione, rispetto e un ascolto profondo. Perché le sue interpretazioni non chiedono paragoni: chiedono emozioni.

E a giudicare dai cuori che continua a toccare, Sabrina ha trovato la sua strada. Una strada fatta di note, di poesia, e di verità.