La manifestazione di protesta contro le istituzioni libanesi, per non aver impedito l'esplosione delle migliaia di tonnellate di nitrato di ammonio che hanno devastato interi quartieri di Beirut, è stata caratterizzata da scontri tra polizia e manifestanti, con alcune decine che sono riusciti ad entrare nella sede del ministero degli Esteri. Ci sono anche segnalazioni di colpi di arma da fuoco provenienti da Piazza dei Martiri dove si svolge la manifestazione principale e dove alcuni manifestanti hanno eretto una finta forca, un modo per far capire quale sia la loro opinione sulla classe politica alla guida del Paese. Le forze di polizia stanno comunque impedendo ai manifestanti di raggiungere la sede del Parlamento.

La rabbia dei libanesi non si è ancora placata dopo l'enorme esplosione di martedì nel porto di Beirut che ha causato la morte di almeno 158 persone, con 6mila i feriti. A seguito dei danni della deflagrazione sono 300mila gli sfollati, che hanno visto le loro abitazioni distrutte o rese inagibili.

L'esplosione, causata da un enorme quantità di nitrato di ammonio abbandonata da almeno sei anni in un magazzino del porto, ha riacceso nella popolazione libanese una rabbia coltivata da tempo nei confronti del governo, acuendo la sfiducia in quella che molti avevano già bollato come una classe politica inetta e corrotta. 

Da ricordare che la la crisi generata dall'esplosione si aggiunge a quella economica già in atto, con il Libano che aveva ufficialmente ammesso di non essere in grado di ripagare gli interessi in scadenza sul proprio debito pubblico, senza essere stato in grado di concordare un programma di rientro o un piano di salvataggio con gli istituti di credito internazionali.

Nel frattempo, il presidente libanese Michel Aoun ha rifiutato le richieste di un'indagine internazionale che possa chiarire le cause dell'esplosione, non escludendo però che lo scoppio possa non essere stato accidentale.

Domenica, i maggiori leader mondiali dovrebbero riunirsi in videoconferenza, su invito del presidente francese Macron, per organizzare un piano di aiuti per il Libano. Intanto, gli Stati Uniti venerdì hanno annunciato l'invio di cibo e medicinali per un valore di 15 milioni di dollari, mentre il Regno Unito ha stanziato 5 milioni di sterline per le prime emergenze, inviando anche una unità della Royal Navy in Libano. L'Italia, per il momento, ha inviato materiale sanitario e alcune squadre di Vigili del Fuoco da impegnare nelle operazioni di soccorso.