"Siamo appena rientrati dalla Romania dove abbiamo visitato uno dei santuari che abbiamo individuato. Si tratta del AMP Libearty - Bear Sanctuary un enorme spazio di 70 ettari, circa 100 volte più grande del Casteller, che ospita già alcuni orsi e che garantirebbe a JJ4 la migliore vita possibile. Qui abbiamo incontrato persone capaci e dedite da 25 anni a salvare orsi dalla condanna a morte dell'uomo. Un esempio di come salvare gli animali invece che abbatterli!Nei prossimi giorni continueremo a lavorare per presentare il progetto dettagliato alla Provincia di Trento così come ci ha richiesto il TAR. Non ci fermiamo per costruire un futuro per JJ4!"

Questo è quanto ha dichiarato oggi la Lav, confermando così di aderire alla proposta già avanzata dall'Oipa dallo scorso 12 maggio e che, a questo punto, dovrebbe essere quella su cui convergeranno le associazioni animaliste da presentare entro il 27 giugno, data fissata dal Tar di Trento, alla Provincia autonoma di Trento, al Ministero dell'Ambiente e allo stesso Tribunale.

In una intervista a il Dolomiti, Massimo Vitturi, responsabile della Lav per gli animali selvatici ha commentato quanto avrebbero concordato nell'ultima riunione di un paio di giorni fa il ministro dell'Ambiente e il presidente della Provincia di Trento che si sono impegnati "a trovare una soluzione per favorire il trasferimento degli orsi in eccesso, in un quadro di misure e interventi che garantiscano la sicurezza dei cittadini". In questo senso il Mase ha fatto sapere che "provvederà, già nei prossimi giorni, ad attivare tutti i canali diplomatici necessari per richiedere la disponibilità ad ospitare gli orsi problematici in strutture straniere". Una formulazione vaga che non spiega né quanti esemplari dovrebbero essere trasferiti né il come:

"Catturare orsi a casaccio non contribuisce certo a incrementare la sicurezza dei cittadini, anzi la diminuisce. ...Le continue interazioni con le persone e la pressione a cui saranno sottoposti gli animali, non farà altro che indurli a spostarsi in zone prima non frequentate, come aree urbane, strade o altre zone antropizzate l'ipotesi ministeriale si prefigura quindi come un'operazione fallimentare che contribuirà ad incrementare in maniera esponenziale i rischi di incidente, altro che ridurli. ...Diminuire il numero di orsi sul territorio non comporta alcuna ricaduta sulla sicurezza dei cittadini. ...È trascorso più di un mese da quando abbiamo consegnato al Ministero dell'Ambiente le nostre proposte concrete e immediatamente realizzabili per favorire la convivenza pacifica con gli orsi in Trentino, un dettagliato elenco di attività che nessuna amministrazione provinciale ha mai realizzato. Chiediamo che il ministro Pichetto Fratin dia finalmente seguito a queste proposte invece di continuare a proporre ipotesi fantasiose".

Intanto, in Trentino è stata ritrovata  una nuova carcassa di orso, per cui la Lega italiana per la Difesa degli animali e dell'Ambiente, associazione presieduta dall'on. Michela Vittoria Brambilla, chiede approfondimenti sulle cause della morte del plantigrado, non ancora identificato:

A tutt'oggi – ricorda la parlamentare – non sono note le cause del decesso di M62, 4-5 anni di età, orso condannato a morte dalla Provincia autonoma di Trento, la cui carcassa è stata rinvenuta il 30 aprile scorso. Né sappiamo di che cosa è morto l'orsetto trovato alcune settimane fa. Fino ad eventuale conclusione contraria delle perizie, resta in campo l'inquietante ipotesi del bracconaggio. E la nuova scoperta certamente non tranquillizza. Perciò abbiamo deciso non soltanto di presentare una seconda denuncia, ma di chiedere l'autorizzazione a partecipare alle operazioni peritali sulla carcassa. Sono troppi i dubbi su fatti che devono essere definitivamente e tempestivamente chiariti. Gli atteggiamenti dell'amministrazione Fugatti rendono sempre più pesante il clima di odio, paura e intolleranza nei confronti dei plantigradi, con conseguenze potenzialmente gravi. La forte tensione creata e alimentata dalla Provincia autonoma di Trento può favorire la commissione di reati. Ne siamo preoccupati, perciò dobbiamo sapere presto e con certezza che cosa ha provocato la morte di questi animali”.Nel 2015-6 ben tre orsi - F5, M6 e M21 - furono uccisi col veleno in Trentino, in una fase di acuta contrapposizione determinata dal caso dell'uomo ferito a Cadine nel giugno del 2015. “Non vorrei – conclude l'on. Brambilla – che ci trovassimo di fronte ad una situazione analoga. Gli orsi vanno protetti, giù le mani dagli orsi. E JJ4 deve aver salva la vita”.