La recente Legge di Bilancio, oggetto di discussione in parlamento nei prossimi giorni, mina fortemente la sopravvivenza della Ricerca Pubblica.

Nonostante importanti esponenti del Governo abbiano da tempo dichiarato il loro impegno per il rilancio della Ricerca Pubblica e per la dignità professionale di chi la Ricerca Pubblica la fa da anni ed in maniera eccellente, l'attuale Governo presenterà a breve una Legge di Bilancio che NON prevede nuovi investimenti veri per la Ricerca, forse dimenticando che ancora oggi ci sono circa 1000 ricercatori e rispettive famiglie che dopo aver dedicato parte della la loro vita alla Ricerca, si vedono sempre più messe ai margini del sistema e in molti casi addirittura esclusi.

Il Movimento Precari Uniti CNR, insieme ad altri movimenti di precari degli Enti Pubblici di Ricerca, sarà il 3 dicembre in piazza Monte Citorio (ore 10) per partecipare alla Manifestazione indetta da FLC CGIL, CISL SCUOLA, FEDERAZIONE UIL SCUOLA RUA, SNALS CONFSAL, FEDERAZIONE GILDA UNAMS per chiedere a questo Governo:


UN SERIO E SIGNIFICATIVO INVESTIMENTO ECONOMICO PER IL RILANCIO DELLA RICERCA PUBBLICA E LA VALORIZZAZIONE DI TUTTO IL PERSONALE.

Stanziamento delle risorse necessarie per completare il processo di stabilizzazione al CNR ai sensi del D. L.gs. 75/2017 ed eventualmente modifiche normative che possano permettere di utilizzare i fondi già a disposizione dell’Ente.


Vigilanza sull’effettivo utilizzo dei fondi e della corretta applicazione delle norme da parte dell’Ente che già in passato ha dimostrato di disattenderle in più di un’occasione.


Abrogazione dell’Art. 28 della Legge di Bilancio che vorrebbe istituire l'Agenzia Nazionale per la Ricerca, un nuovo salotto politico che drena fondi destinati alla Ricerca (300 milioni), orientando fondi verso tematiche di interesse specifico e non sempre condiviso.


Abrogazione dell’Art. 29 della Legge di Bilancio che vorrebbe introdurre modifiche al D.Lgs. 218/2016 riducendo dall’80% al 70% le spese ammissibili per il personale ed inserire nel computo totale anche i costi dei rapporti di lavoro “flessibili” cioè quelli relativi al personale che insiste sui progetti finanziati con fondi “esterni” - e quindi a carico del gruppo di Ricerca e non dell’Ente - rendendo praticamente impossibili gli adeguamenti salariali previsti dai CCNL di comparto e la contrattualizzazione di nuove posizioni.

 

 

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