"Il governo italiano sta rispettando tutte le convenzioni internazionali e il divieto imposto a queste navi ong di sostare in acque italiane, oltre il termine necessario ad assicurare le operazioni di soccorso e assistenza dei soggetti fragili, è giustificato e legittimo. A bordo di queste navi non ci sono naufraghi, ma migranti: le persone sono salite a bordo in acque internazionali trasbordando da altre unità navali di collegamento e la nave che li ha presi in carico è attrezzata ed equipaggiata per ospitarli e provvedere a tutte le loro esigenze di accoglienza.  ..."

Questo è quanto dichiarava ieri - riportato dall'Ansa con tanto di virgolette - l'attuale presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Per Giorgia Meloni, se le persone a bordo di quelle che lei ha definito "unità navali di collegamento" vengono salvate da una nave di una ong sono da considerarsi migranti di cui il governo italiano (e non solo) dovrebbe disinteressarsi.

Però, la stessa Meloni non ha spiegato perché invece gli stessi migranti, in maggior numero, non solo arrivano autonomamente e vengono accolti sulle coste italiane (solo negli ultimi due giorni a Lampedusa ne sono arrivati 700), ma vengono pure tratti in salvo, seguendo le stesse procedure delle navi delle ong, dalle navi della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza.

Inoltre, Giorgia Meloni descrive quei disperati che si avventurano in mare su barche di fortuna quasi come se fossero dei vacanzieri, perché così non possano essere etichettati come naufraghi. Le condizioni su quelle "unità navali di collegamento" sono tali che questa mattina su un barchino soccorso dalla Capitaneria con a bordo 36 persone, fra cui 9 donne e 2 minori, vi era il cadavere di un neonato di 20 giorni, originario della Costa d'Avorio, morto per il freddo. E purtroppo non è il primo.

Le "unità navali di collegamento" sono mezzi talmente sicuri che, nelle acque di fronte a Lampedusa, nelle scorse ore se ne è ribaltato uno. Fortunatamente le persone a bordo sono state tratte tutte in salvo.

Attualmente, sono in attesa di un porto sicuro i naufraghi a bordo della Ocean Viking (in questo momento a nord della Corsica) e altri, più di 200, a bordo della Nadir, della ong Resqship.



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