Tomasz lavora presso una web agency, e sembrerebbe solo l'ennesimo stagista-pedina, sottopagato e incompreso: in realtà è un abile manipolatore dei social media, tanto da avere incarichi ben precisi tra cui quello di diffamare e "trollare".

C'è da dire che il cinema ha spesso fuorviato in ambito hacking e social media, mostrando “nativi digitali” insignificanti come protagonisti e storie che, nella migliore delle ipotesi, erano gli stessi thriller ed horror di sempre, semplicisticamente “traslati” nel virtuale.

“The hater” è una notevole eccezione alla regola, e mostra un film d’autore solido, realistico ed inquietante, incentrato sulla figura di un "hater" o manipolatore delle informazioni di professione, impiegato presso una troll farm.

Nell’ambito di una riflessione “d’autore” sul tema della manipolazione indotta dai social, The hater raggiunge vette difficilmente toccate da altri film: questo sia per una forma di freschezza di fondo sia grazie ad un intreccio decisamente originale e imprevedibile.

C’è da premettere, comunque, che The hater è uno spinoff tratto da un altro film dello stesso regista (Suicide room, del 2011), ma non sembra strettamente necessario (per inciso) vedere prima l’uno e poi l’altro.