Siamo arrivati all’ammazza caffè! Questi scappati di casa hanno avuto l'ulteriore pregio di aver fatto cadere le maschere ai mostri sacri della partitocrazia italiana, l’ultimo della serie è stato Bersani, eminente esponente del PD che sta esalando gli ultimi respiri strangolato dalle faide interne in atto tra correnti, correntine e illuminati scismatici.

Bersani è un elemento storico della ormai fu sinistra, ai tempi d’oro il suo partito d’origine il PCI si reggeva su di un elettorato di gente comune, di quelli che nulla contano. Non ha nobili origini, suo padre era un semplice benzinaio, ha conseguito una laurea in filosofia, escluse delle brevi esperienze lavorative, ha dedicato la sua vita alla politica dalla quale ha tratto il suo sostentamento.  Data l’età si trovò all’Università di Bologna negli anni della grande contestazione del 1968 in poi e dove si laureò nel 1974. Ricordo che alla Sapienza di Roma erano considerate lauree gestite dalla “sinistra”: filosofia, sociologia, lettere moderne, architettura e psicologia.

Pur militando nella sinistra la sua tesi di laurea vertette sulla “Storia del Cristianesimo”, la sua origine cattolica non gli impedì di aderire nel 1970 al PCI (noi italiani nasciamo cattolici, l’importante non morirci). Nella sua lunghissima carriera politica ha avuto molti incarichi ministeriali: nei governi dell’Ulivo 2 volte; nel governo Prodi II 1 volta; presidente della Regione Emilia Romagna; parlamentare europeo e altri numerosi incarichi, segretario del PD e oppositore di Renzi che se non dava le dimissioni lo avrebbe “fatto fuori” comunque.

Si può ben dire che ha partecipato attivamente allo sfascio di questo paese e alla trasformazione radical chic del PCI. Durante un’intervista rilasciata a LA7, voglio tralasciare i vari argomenti che riguardano aspetti tipicamente partitocratici, compreso il gioco al massacro consumato quotidianamente nei confronti dell’ex premier Conte da parte della stampa nazionale ma soffermarmi su di un paio di sue affermazioni che mi hanno colpito negativamente: riferendosi al governo di coalizione M5S, PD, LeU, alla provocazione del giornalista che rimproverava al suo partito un’accettazione acritica della linea politica del premier,  l’intervistato rispondeva negando ogni condivisione ideologica con ciò che veniva realizzato dal governo in carica, strano perché collaborando con gli “scappati di casa” il PD stava recuperando consenso. Parlando della leadership di Conte di un gruppo parlamentare formato dall’ex coalizione di governo per salvare il lavoro fatto, Bersani non condivide la continuazione dell'alleanza e esce con una frase che, in un certo senso, condanna il suo partito infatti dice: “Conte piace alla parte del paese che non conta nulla”. Questo signore ha dimenticato che grazie a quella parte che non conta nulla deve il potere che ha esercitato in Italia in varie occasioni e con incarichi di grande responsabilità, una delega che alla luce delle conseguenze che noi (quelli che non contiamo nulla) stiamo pagando è stata mal riposta; le nostre storie personali sono state modificate negativamente anche dalle sue scelte: questo si chiama assunzione morale di responsabilità, in quanto altre responsabilità riguardo tale sfascio nessuno se le vuole assumere.

Facendo i conti della serva è fuor di dubbio che il M5S ha assorbito parte dei voti del PD. Bersani dichiarava che non corrispondeva al vero: come può affermare questo se la percentuale degli astenuti è aumentata, gli altri partiti hanno preso la solita percentuale solo il M5S è arrivato sopra il 30% proprio con la porzione di voti persi dal suo partito. Per dirla tutta il M5S ci ha perso la faccia , la credibilità e i voti accompagnadosi con il PD, i voti persi dai 5S sono passati di nuovo al suo partito.

L’aspetto più significativo che emerge da questo individuo è il distacco dalla base che rappresenta la realtà dell’intero Paese. Ormai la partitocrazia ha perso i contatti con i cittadini ai quali si rivolge quando ha bisogno del voto ma disinteressandosi subito dopo delle loro problematiche, chiusa nei confortevoli palazzi del potere, lontana dalle sofferenze e dai sacrifici imposti dalle sue infauste decisioni si impegna a curare gli interessi delle caste garantendo loro privilegi e impunità.

Ci stiamo avviando verso un futuro molto problematico dove la lotta tra caste produrrà gravi danni a tutte le collettività come hanno sempre fatto. Questa mattina ho avuto la notizia che l’attuale capo del governo si sta avvalendo delle consulenze delle più prestigiose multinazionali per gli investimenti, offerte a costi molto bassi perché è un privilegio per loro fornire ad un paese un tale servizio: se non mi sbaglio non sono quelli che hanno fornito piani d’investimento ai paesi del sud America che sono finiti in bancarotta (fraudolenta)? Non sono quelli che in gergo sono apostrofati come i “sicari dell’economia”? L'attuale capo del governo non faceva tutto da solo?  

Popolo di quelli che nulla contano, allacciatevi le cinture, assumete la posizione di sicurezza e preparatevi per l’impatto.