Temo alla fine che tra buoni propositi e Pnrr si perda di vista che la Sanità va innanzitutto "umanizzata", in secondo luogo vanno rotte le barriere spesso incomprensibili tra dirigenza seduta ai tavoli e medici che operano nelle varie strutture.
Non dimentichiamoci poi che tutta questa "apparente" rivoluzione della sanità, tra Aft e case di comunità, turni, presenze e coinvolgimento delle farmacie urta contro la mancanza di medici.
Negli anni 80-90 ci fu un vero ricambio nella sanità con apertura dei concorsi e ripopolamento dei medici negli ospedali e nel territorio. Da quel momento si è fermato qualcosa. Oggi gli over 60 sono proprio quelli degli anni 80, prossimi alla pensione, demotivati e con carichi di burocrazia non adatti all'età, alle esigenze della gente e al buon funzionamento del servizio sanitario.
Troppe liste di attesa, troppi tempi da rispettare, oltretutto impossibili per chi ha bisogni immediati.
Il sogno di avere una rete territoriale che sostituisca in effetti o meglio alleggerisca i Ps, presuppone in realtà la messa in funzione di strutture che dovrebbero essere dei piccoli pronto soccorso. Non è cosa facile gestire strutture del genere, potrebbero divenire o obsolete come tante di guardia medica, o luoghi di vero primo soccorso nel quale giungerebbe di tutto con il personale presente e i mezzi a disposizione che dovrebbero alla fine soddisfare le varie problematiche mediche e chirurgiche.
Insomma, non sono disfattista ma conoscendo il passato e i tanti buoni propositi ho moltissimi dubbi. Nei primi anni 80 erano belli i presidi di Guardia medica, solo che erano spesso fatiscenti, inadeguati e senza mezzi e materiali. Io portavo con me farmaci, suture attrezzi chirurgici e anche ovatta e disinfettanti... ecco perché non credo alle chiacchiere. Tra l'altro per andare a regime in tutta Italia forse ci vorranno una decina di anni, ad essere ottimisti.
Iniziare a togliere dalle Regioni e da alcuni luoghi di potere "gli incapaci" scalda sedie sarebbe un primo passo. La sanità necessita di presenze valide che conoscano le basi della salute, non dai libri ma dal "campo"... abbiamo creato troppi burocrati che credono di poter governare ciò che "probabilmente non hanno mai fatto praticamente".
Il covid ha amplificato le luci e le ombre del sistema sanitario nazionale. Le luci sono gli operatori sanitari a tutti i livelli che durante il covid hanno dimostrato la loro grande professionalità e le eccellenze sono gli ospedali dove i cittadini trovano cure gratuite e questo va detto e ribadito perché rende la nostra nazione unica se uno considera la qualità delle cure che ci sono negli ospedali italiani rispetto alla gratuità io sfido chiunque a trovare un'altra nazione oggi in cui si hanno cure medie di questo livello a fronte della gratuità delle cure stesse. Le ombre sono legate essenzialmente alla medicina del territorio che già era fragile e che il covid ha messo ancora di più in evidenza”.
Sull'organizzazione della sanità si è espresso il ministro della Salute, Orazio Schillaci, all'evento il Forum in Masseria organizzato da Bruno Vespa.
"Ci sono i fondi del Pnrr e gran parte sono destinati proprio alla medicina territoriale. Io credo che si debba riorganizzare a 360° la sanità italiana che oggi si basa su due pilastri fondamentali che sono i medici di famiglia e gli ospedali ma tra i medici di famiglia e gli ospedali non c'è una diffusa rete sul territorio nazionale e la sfida è costruirla con i fondi del Piano. ...Per costruirla dando quindi nuove opportunità di cura ai pazienti che vanno in pronto soccorso perché di fatto è l'unico posto dove oggi trovano richiesta alle loro giuste necessità di cura e come sapete bene come io in questi mesi più di una volta ho ripetuto a volte prendendomi anche qualche critica che spesso una percentuale ampiamente superiore alla metà dei casi che al pronto soccorso probabilmente ne potrebbe fare a meno poi è chiaro che non avendo altri posti sicuri dove andare i pazienti si rivolgono al pronto soccorso. Credo che per questo che bisogna costruire una rete di prossimità rivalutando la figura del medico di medicina generale e poi credo si debba anche mettere a sistema le farmacie che durante l'esperienza del covid si sono dimostrate utili, per esempio, per la vaccinazione quindi amplificare e rendere possibile che le farmacie facciano dei servizi per la salute dei cittadini. ...È chiaro che il medico di famiglia oggi sconta anche un calo di attrattività se si considera che i numeri dei posti che vengono messi a concorso per la formazione dei medici di famiglia spesso non vengono completamente coperte quindi diciamo che da un certo punto di vista bisogna riqualificarli attraverso un corso di formazione che sia diverso da quello che è attualmente che è su base regionale e non dura quanto le scuole di specializzazione. Quindi, il primo discorso che ho imbastito con loro tra 1000 difficoltà è quello di andare verso una medicina di famiglia che venga equiparata a una scuola di specializzazione questo credo che la renderebbe più attrattiva e darebbe anche a chi la fa una maggiore soddisfazione e lo farebbe sentire maggiormente apprezzato anche dalla comunità medica. ...L'altro versante riguarda ovviamente il fatto che i medici di famiglia devono essere al passo con i tempi che cambiano chiedendo loro una collaborazione diversa e più fattiva all'interno di un quadro generale. ...È vero che nel Pnrr ci sono molti soldi, però a ripensarci dico che il Piano nasce dopo il Covid per far sì che ci sia una sanità migliore ma ci sono altri capitoli di spesa forse meno importanti della salute che hanno molti più fondi di quelli che sono stati destinati alla salute che forse non vengono spesi. 15-20 miliardi sono tanti ma ce ne potevano essere forse di più per la salute. ...E sull'implementazione del Fascicolo sanitario elettronico non è stato facile, il governo precedente non c'era riuscito, e noi in 7 mesi ce l'abbiamo fatta. Questo è un risultato importante. La digitalizzazione credo che sia il punto di partenza per ridurre le diseguaglianze in sanità. ...La riforma di Aifa è un processo che speriamo di concludere entro l'estate o subito dopo per avere un'Aifa più snella e meno burocratica e far sì che le innovazioni siano a disposizione di tutti i cittadini.Le regioni vanno a velocità diverse e lo stiamo vedendo anche adesso sul recupero delle liste d'attesa quindi Io credo che bisogna fare in modo che le regioni che hanno magari più difficoltà o più problemi possano essere in qualche modo aiutate e per questo c'è tutta la disponibilità da parte del ministero per cui rivendico almeno un ruolo maggiore di controllo e di aiuto non punitivo a chi ha più difficoltà. E questo credo che sia necessario farlo perché porta a ridurre le possibili diseguaglianze".
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