Inizio 2025 teso per la sanità italiana. I medici, sia del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) che quelli di famiglia, esprimono un crescente malcontento. Al centro della polemica, il mancato rinnovo contrattuale, risorse ritenute inadeguate e il malessere diffuso nella categoria, alimentano un clima di insoddisfazione che potrebbe sfociare in proteste clamorose.
Filippo Anelli, presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo), lancia un allarme chiaro: la professione medica è in crisi. "Il disagio è troppo alto, e non c'è una vera interlocuzione col governo sui vari temi", afferma Anelli, che denuncia un quadro preoccupante. Tra le questioni più critiche:
- Risorse Insufficienti: Gli aumenti previsti – 17 euro al mese per medico – sono giudicati "irrisori". Il livello medio degli stipendi italiani, sottolinea Anelli, si colloca ben al di sotto di quello di altri Paesi europei come Francia e Germania.
- Rinnovo Contrattuale Bloccato: Il contratto nazionale 2021-2024 non è ancora stato aggiornato, nonostante le risorse previste (circa 2 miliardi di euro) siano già disponibili. Per Anelli, la cifra è comunque insufficiente per coprire le necessità della categoria.
- Prospettive Insoddisfacenti: Il problema della fuga di medici dal SSN o il ricorso a professionisti temporanei – i cosiddetti medici gettonisti – rappresenta un sintomo di un sistema in sofferenza.
Un altro tema caldo riguarda l'ipotesi di trasformare i medici di famiglia in dipendenti del SSN, una proposta che Anelli definisce "assurda", evidenziando come l’attuale contratto garantisca già una copertura oraria adeguata per le necessità delle ASL.
Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha risposto alle critiche sottolineando l’impegno del governo a investire nella sanità. Secondo il ministro, la Legge di Bilancio per il 2025 prevede risorse record di oltre 5 miliardi di euro. Schillaci ha ribadito che il capitale umano è una priorità e che il governo intende promuovere un piano di reclutamento di giovani professionisti.
Tuttavia, il ministro ha anche sottolineato la necessità di distinguere tra il ruolo degli Ordini professionali e quello dei sindacati: “Un conto è essere presidente della federazione, un conto è fare il sindacato”.
Il 25 gennaio si prospetta come una data cruciale: i sindacati medici si riuniranno per decidere le modalità di una possibile protesta. Anelli ha ribadito che saranno i sindacati a determinare le forme di mobilitazione, ventilando l’ipotesi di uno sciopero generale o di una manifestazione pubblica.
Pur mantenendo un dialogo con il Ministro, Anelli insiste sulla necessità di un confronto più concreto per affrontare i problemi del settore. “Non c’è attrito con il ministro della Salute”, afferma, ma ribadisce che le misure adottate finora non sono sufficienti a frenare il malessere dei medici né a risolvere questioni strutturali come la carenza di personale e il precariato.
Un Appello al Governo
Le criticità denunciate da Anelli e dai sindacati non rappresentano solo un problema per i medici, ma un rischio per l’intero sistema sanitario nazionale. La possibilità di uno sciopero, o di altre forme di protesta, mette in luce un disagio profondo che, se non affrontato, potrebbe avere conseguenze gravi sulla qualità dei servizi offerti ai cittadini.
Il futuro della sanità pubblica passa inevitabilmente attraverso un dialogo costruttivo tra governo e professionisti. Come ha concluso Anelli, "c’è bisogno di maggiore attenzione per una professione cruciale e di risposte adeguate a un malessere che non può più essere ignorato".