Dai 785.000 follower di Twitter ai 2 milioni e 600 mila di Facebook e ai 292.000 di Instagram (dove, per inciso, segue una sola persona: Elisa Isoardi). Questi i numeri social di Matteo Salvini.

Lo sceriffo del Selvaggio Web:

Difendo gli italiani, le minacce non mi fanno paura». Il papà: «Mio figlio porta a casa la sua pagella con 9 in latino, storia, spagnolo, francese e matematica, e con 10 in condotta». Il Matteo Salvini raccontato dai (suoi) profili social ha un abito buono per tutte le occasioni. C’è un Salvini di governo. Uno di lotta. Uno di famiglia. E poi c’è «Matteo», quello che pubblica i selfie su Facebook, mostra il nuovo taglio di capelli («Estivo») su Twitter, comunica su Instagram che a cena mangerà pizzoccheri («Anche se è mezzanotte e non dovrei») con tanto di foto del piatto.

Una campagna elettorale permanente, la definisce uno studio sui modelli di community su Twitter pubblicato su Viralbeat e ispirata alla «logica della controversia» (a differenza, ad esempio, della «logica dell’interazione» di Beppe Grillo e della «logica della petizione» di Matteo Renzi).

Ma la «strategia del post» oltre ai consensi assicura a Salvini anche un risultato più strettamente politico, perché gli consente spesso di anticipare e scavalcare i suoi alleati dettando la linea al governo.

È accaduto, ad esempio, per il caso della nave Aquarius, dove #Chiudiamoiporti ha costretto il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli (cui in realtà sarebbe spettata la decisione) a inseguire Salvini. Certo, qualche giorno dopo è stato comunicato che i porti non erano mai stati chiusi, quando ormai la nave con i migranti, a quell’ora, era già in viaggio verso la Spagna.

Questo è Matteo Salvini Ministro dell'Interno e vice premier, l’uomo al momento più social di tutti i politici in circolazione, che ha trovato il metodo, di parlare con gli italiani, che ha trovato il modo di comunicare con loro, parlando apertamente sui social, confrontandosi, rispondendo, mettendo a nudo la sua vita privata.

Che piaccia o no... questo è quello che accade in Italia e non solo... pensando a Trump.