Antonio De Palma, presidente del sindacato degli infermieri italiano Nursing Up, lancia l'ennesimo allarme.
 
L'ultima volta è stata solo un mese fa, il 24 aprile: a lanciare l'allarme degli infermieri italiani in fuga in Ticino era stato Aurelio Filippini, presidente di OPI Varese (Ordine delle professioni infermieristiche). «Per la prima volta, l’anno scorso, abbiamo avuto più cancellazioni per pensionamenti o allontanamenti, anche in direzione Svizzera, che nuovi iscritti – aveva detto –. Ovviamente, ci troviamo in una zona molto critica: il sistema sanitario svizzero soffre, così come il nostro, e sta facendo man bassa di professionisti puntando su migliori condizioni economiche. Anche il privato sta effettuando una discreta concorrenza». Oggi, a tornare alla carica, è Antonio De Palma, presidente del sindacato degli infermieri italiano Nursing Up: «Fuga di infermieri italiani all’estero, preoccupante aumento degli operatori sanitari lombardi (più del doppio) che hanno scelto di lavorare soprattutto nel Ticino».
 
 De Palma nota come la professione perda di appeal. Un dato riscontrato anche in Ticino (di cui vi abbiamo parlato due settimane fa): il numero degli allievi che si avvicinano alla formazione sanitaria, negli ultimi due anni, è calato in maniera considerevole. E gli infermieri italiani, soprattutto lombardi, «cercano oltreconfine il coronamento delle proprie legittime aspirazioni economiche e contrattuali».

Per il sindacato italiano, la Svizzera «ha aperto la “caccia” all’infermiere italiano», mettendo «sul piatto uno stipendio base che prevede almeno il doppio della retribuzione italiana, questo significa 3 mila euro netti di stipendio base, per arrivare anche a picchi di 8 mila dopo anni di lavoro sul campo e una specializzazione, si prevedono piani di formazione e aggiornamento costanti, e misure di crescita concreta e anche valorizzazione sia professionale che umana, come l’aumento delle indennità di stage, il sostegno delle riqualificazioni professionali e ancora provvedimenti nell’ambito della maggiore conciliabilità lavoro-famiglia».
 
Nessun attacco alla Svizzera (e non solo, con Germania, Lussemburgo, Inghilterra, Belgio, Olanda e addirittura gli Stati Uniti), «isola felice che attira le attenzioni degli infermieri italiani», quanto piuttosto un monito per la vicina Penisola: «La situazione è sotto gli occhi di tutti e doverosamente va raccontata alla collettività: la fuga di infermieri italiani all’estero continua ad allargarsi a macchia d’olio – conclude De Palma –. E non possono esistere soluzioni tampone diverse da una reale valorizzazione, un progetto organico costruito intorno alle loro competenze. È arrivato il momento di smettere di piangersi addosso, occorre rimboccarsi le maniche per arginare questa emorragia».

 
Fonte: www.cdt.ch/news/la-svizzera-ha-aperto-la-caccia-allinfermiere-italiano-317814