Simone Fugazzotto, l'artista internazionale noto per le sue opere "disruptive", ha consegnato il 16 dicembre alla Lega Serie A il progetto artistico contro il razzismo che ha realizzato lo scorso 15 maggio, durante la Finale di TIM Cup tra Lazio e Atalanta.

Il Trittico, composto da tre quadri affiancati raffiguranti delle scimmie, ha l'obiettivo di diffondere i valori dell'integrazione, della multiculturalità e della fratellanza. Le opere, dal forte impatto emotivo e sociale, saranno esposte in forma permanente all'ingresso della Sala Assemblea della Lega Serie A per sottolineare l'impegno del mondo del calcio contro ogni forma di discriminazione.


Così ha illustrato l'iniziativa l'Amministratore Delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo: "Il percorso scelto per combattere il razzismo è diviso in tre fasi, la prima è culturale. In occasione della Finale di Coppa Italia di quest'anno verrà realizzata un'altra opera dopo quella commissionata all'artista Simone Fugazzotto. A lui abbiamo commissionato la scorsa primavera un'opera contro il razzismo e ha realizzato il Trittico, sceglieremo altri artisti sempre su questo tema. Inoltre, abbiamo avviato un rapporto con la Mandela Foundation, con cui realizzeremo una serie di iniziative nell'anniversario dei 6 anni dalla scomparsa di Mandela. Un'altra importante attività contro il razzismo è “Caro calcio ti scrivo”, che si svolge nelle scuole e tutti gli anni coinvolge migliaia di ragazzi in Italia".Poi c'è la fase sportiva: "Tutte e 20 le squadre hanno firmato una carta dei principi contro il razzismo indicando un giocatore come testimonial. È la prima volta che avviene, è stata la presa di coscienza che esiste un problema, che non riguarda solo il calcio o lo sport, ma è un problema di questo secolo, un problema che il calcio può combattere, ma non può vincere da solo. Mutuando l'idea dell'Inter e di altre grandi squadre internazionali dedicheremo a partire dal girone di ritorno la fascia di capitano a questa lotta. Dedicheremo inoltre un turno di Coppa Italia e una giornata del nostro Campionato alla lotta a questa forma di discriminazione. È solo l'inizio di un percorso e chiaramente non ci limiteremo a questo".Infine l'ultima fase, quella repressiva: "Stiamo potenziando le telecamere di sicurezza degli stadi, individuando un software di riconoscimento facciale, come quello in dotazione alla Polizia di Stato, che consenta di identificare le persone responsabili di un comportamento discriminatorio. Abbiamo detto che faremo in due anni quello che la Thatcher ha fatto in 10, e sarà così perché gli strumenti iniziano a esserci. Esiste la possibilità per le squadre di negare il gradimento ai tifosi, per poterlo fare però le squadre hanno bisogno di poter lavorare sulle immagini che a oggi sono in dotazione soltanto alle autorità di pubblica sicurezza. È necessaria l'autorizzazione del Garante della Privacy e dovremmo riuscire a ottenerla grazie all'intervento del Governo. In quel momento con le immagini a disposizione i club saranno messi in condizione di intervenire direttamente e la Lega farà da garante in modo che ci sia uno standard unico e uguale per tutti".


Per quanto riguardo il trittico presentato alla Lega da Simone Fugazzotto, lo stesso autore lo ha spiegato così: "Ho deciso di raffigurare le scimmie per parlare del razzismo perché sono la metafora dell'essere umano. L'anno scorso ero allo stadio a vedere Inter-Napoli e mi sono sentito umiliato, tutti facevano il verso della scimmia a Koulibaly, un giocatore che stimo. Dipingo sempre scimmie ormai da 5-6 anni, allora ho pensato di realizzare quest'opera per insegnare che siamo tutti scimmie, ho fatto la scimmia occidentale con gli occhi azzurri e bianca, la scimmia asiatica con gli occhi a mandorla e la scimmia nera posizionata al centro, da dove nasce tutto. La scimmia diventa la scintilla per insegnare a tutti che non c'è differenza, non c'è uomo o scimmia siamo tutti uguali. Semmai siamo tutti scimmie".


Questo è l'antefatto, perché la vicenda oggi ha poi avuto un seguito. Infatti, dopo che le opere sono state mostrate, alcuni club di serie A si sono ufficialmente stupiti del modo in cui la lotta al razzismo fosse stata rappresentata.

Il Milan ha dichiarato che "l'arte può essere può essere sì uno strumento potente, ma non siamo assolutamente d'accordo con l'uso delle scimmie come immagini nella lotta contro il razzismo", aggiungendo anche il disappunto che le squadre di Serie A non siano state consultate in merito ai mezzi tramite cui la Lega avrebbe messo in campo la propria campagna.

Lo stesso l'AS Roma ha espresso la sua "sorpresa", dichiarando: "Comprendiamo che la Lega vuole combattere il razzismo, ma non crediamo che questo sia il modo giusto per farlo".

La questione, in fondo, è molto semplice: può un'opera manifestamente razzista, almeno dal punto di vista iconografico, essere presa come simbolo per la lotta contro il razzismo? Infatti, da dove scaturirebbe la proposta antirazzista nel far vedere i volti di tre scimmie incorniciati in maschere che sembrerebbero rappresentare i colori di alcuni club di Serie A? Mistero!