Giovedì, il ministro degli esteri dell'Arabia Saudita Adel al-Jubeir ha affermato che la prossima visita del presidente degli Stati Uniti Donald Trump a Riyad contribuirà a rafforzare la cooperazione tra Stati Uniti e paesi islamici nella lotta all'estremismo islamico.
L'Arabia Saudita sarà la prima tappa del primo viaggio internazionale di Donald Trump e non a caso. Infatti, secondo fonti di agenzia, è intenzione del presidente USA riallacciare in maniera più stretta i legami con i sauditi, dopo il raffreddamento delle relazioni a causa dell'accordo diplomatico tra USA e Iran caldeggiato da Obama, mantenendo il supporto per gli attuali armamenti già forniti agli arabi e promuovendo la vendita di ulteriore materiale bellico.
Gli americani hanno fornito agli arabi armi da guerra per decine di miliardi. Adesso, secondo alcune indiscrezioni, Trump vorrebbe sviluppare l'economia interna anche con la vendita di ulteriore materiale bellico.
A trarne vantaggio, sarebbe la Lockheed Martin che fornirebbe l'installazione di batterie THAAD (High Altitude Area Defence) come strumento di difesa da attacchhi missilistici, oltre a quella del sistema software C2BMC che ne integra le funzioni di controllo e comunicazione.
Ad interessare i sauditi ci sono anche i veicoli Bradley e M109 prodotti da BAE, azienda che, seppur britannica, impiega negli Stati Uniti 29.000 dipendenti.
Inoltre, verrebbe "rispolverato" un progetto per la fornitura di quattro unità navali da guerra, sospeso nel 2015, del valore di 11,5 miliardi di dollari.
A questi armamenti, infine, è da aggiungere anche la vendita di munizioni e bombe a guida laser per un valore di un altro miliardo di dollari.
Naturalmente, il risultato di tutto ciò è frutto di negoziati che vanno avanti da alcune settimane a Washington e che vedrebbero coinvolti, oltre a membri dell'amministrazione Trump, anche alcuni senatori, visto che il Congresso non potrebbe non essere poi informato della vendita di armi.
Gli Stati Uniti, durante gli otto anni di presidenza Obama ha offerto armamenti agli arabi (non tutte le offerte si sono poi tramutate in acquisti) per un valore complessivo di quasi 120 miliardi di dollari.
Negli ultimi tempi, sia per le azioni militari saudite in Yemen sia per la ripresa delle relazioni diplomatiche tra USA e Iran, i rapporti tra Stati Uniti e Arabia Saudita si erano raffreddati. Adesso, con Donald Trump, i rapporti tra i due paesi sembrano riprendere, anche meglio di prima.
Evidentemente, il tycoon newyorkese non ha alcuna perplessità rispetto alle politiche borderline dei sauditi sospettati, da più parti, di finanziare in privato quegli stessi estremisti islamici che in pubblico afferma invece di voler combattere.