Ecco tutti gli elementi anomali nella scomparsa di Emanuela Orlandi:

  1. Presenza del Sisde fin dai primi giorni della scomparsa con Gangi e Gramendola. L'imposizione successiva della scelta dell'avv. Gennaro Egidio alla famiglia Orlandi.

  2. La sera della sparizione di Emanuela Orlandi, il 22 giugno del 1983, la sala stampa del Vaticano ricevette una telefonata anonima in cui si diceva che la 15enne "era detenuta da loro e che la sua liberazione era collegata a una richiesta, il cui adempimento non necessariamente dipendeva dalla volontà della Santa Sede". Il testo di quella telefonata "è indubbiamente reperibile nell’archivio della segreteria di Stato". Lo rende noto monsignor Carlo Maria Viganò, ex Nunzio negli Stati Uniti, in un’intervista pubblicata sul sito di Aldo Maria Valli, ex vaticanista oggi su posizioni critiche nei confronti di papa Bergoglio.

  3. dal 3° giorno della scomparsa iniziano le chiamate prima di "Pierluigi" e poi di "Mario", i due noti telefonisti delle prime ore. In un sequestro normale non ci sarebbe stato questo depistaggio atto a far credere che la ragazza fosse scappata di casa.

  4. Il silenzio della città leonina, che fin dalla chiamata 158 ad Agostino Casaroli, risulta essere un mistero ancora oggi non risolto.

Si ravvisa - quindi - la presenza di un apparato ben strutturato che avesse pianificato il rapimento con lucida precisione e quindi, per quelli che credono ancora che si tratti di una questione amical-parentale l'amarezza rimane, vista la tesi strampalata.

Un rapimento voluto, coordinato, pianificato e orientato contro la Santa Sede che, in un secondo momento, diventerà vittima da (forse) un ruolo di potenziale carnefice