"La presa di posizione di ITA è molto grave e incomprensibile, anche perché la trattativa poteva proseguire e invece l’azienda ha posto condizioni capestro, chiudendo di fatto lo spazio per un vero negoziato".
Questo è quanto hanno dichiarato dichiarano lunedì i segretari generali di Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti - Stefano Malorgio, Salvatore Pellecchia e Claudio Tarlazzi - dopo l'incontro di lunedì con il presidente operativo di ITA, Alfredo Altavilla.
"A questo punto - hanno poi aggiunto - è necessario l’intervento della proprietà, cioè il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Ci auguriamo che prevalga il buonsenso e che non si esasperino ulteriormente gli animi, ma che invece ci si renda conto che siamo di fronte al destino di 10.500 lavoratori".
Sulla stessa linea anche l'Unione Sindacale di Base, che ha confermato, nell'incontro di ieri, qualsiasi impossibilità di confronto con i sindacati da parte di ITA che ha ribadito che applicherà il regolamento aziendale e che procederà alle assunzioni in base a non ben identificati criteri, sulla scorta della selezione avviata sin dal 26 agosto.
Quindi, se ITA dovesse proseguire su questa strada, vi sarebbero drastiche ricadute sulle retribuzioni con taglio del 40%, l'introduzione del Jobs Act per coloro che già lavoravano, nessuna tutela sindacale...
A tre settimane dal via, la nuova compagnia aerea "rinata" sulle ceneri di Alitalia non ha ancora trovato un accordo con i sindacati per il contratto di lavoro dei dipendenti e neppure sul numero e sulle modalità degli occupati Alitalia da integrare nella nuova compagnia.
Pertanto, tutte le sigle sindacali impegnate nella trattativa hanno deciso di proseguire ad oltranza la mobilitazione dei dipendenti Alitalia che martedì hanno manifestato in piazza San Silvestro a Roma per chiedere al Governo di intervenire nella mediazione... visto che ITA non è di proprietà di Altavilla, ma del Mef, il ministero dell'Economia e delle finanze.
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