“Ce sta da fa' 'na riflessione ar quadro ggenerale, ma serve 'na riflessione fatta 'n santa pace. Nun credo che 'na citazione in giudizio sia, de pe' sé,'na cosa che te porta a dà 'e dimissioni. Penso ppure che er ministro Santanchè stia a fa' 'n gran lavoro. La questione da capi' è semmai quanto 'sta cosa possa pesa' sur lavoro che sta a fa' comme ministro. E su 'sta cosa, al momento, nun c’ho 'e idee chiare".  

Così, senza il minimo di vergogna, è quanto ha dichiarato oggi la sora premiere, Giorgia Meloni, dall'Arabia Saudita, dove a Gedda ha fatto visita all'Amerigo Vespucci e al suo equipaggio. 

La mancanza di vergogna è tranquillamente riferibile a quanto l'attuale capa del governo aveva detto in passato quando, dall'opposizione, sbraitava come un'ossessa contro ministri coinvolti in situazioni molto meno gravi e imbarazzanti rispetto alle inchieste giudiziarie in cui è coinvolta la senatrice Santanchè.

Meloni ha poi proseguito escludendo che ci sia un braccio di ferro tra lei e la ministra - con cui sostiene di non aver ancora avuto un colloquio a quattr'occhi - e un qualsiasi possibile imbarazzo che la porterebbe a saltare le sedute del Consiglio dei ministri. 


Meloni è stata costretta anche ad esprimersi sull'altra vergogna, tra le tante, che sta caratterizzando il suo governo, il caso Almasri, in relazione al quale ha mantenuto la linea di palese menzogna cui, in altre situazioni, ha sempre fatto ricorso:

"Almasri è stato liberato su disposizione della Corte d'appello di Roma non del governo. Quello che il governo fa è espellerlo dal territorio nazionale. Sul tema dell'aereo segnalo che in tutti i casi di detenuti da rimpatriare ritenuti pericolosi non si usano voli di linea anche per la sicurezza dei passeggeri. E' una prassi consolidata e non inventata da questo governo. Manderemo dei chiarimenti alla Corte internazionale come li chiederemo a nostra volta. La Corte deve chiarire perché ci ha messo mesi a spiccare questo mandato di arresto quando Almasri aveva attraversato almeno tre Paesi europei. Chiederò dei chiarimenti alla Corte internazionale e spero che almeno su questo tutte le forze politiche vogliano darci una mano".

In questa dichiarazione la sora Meloni, po'raccia, ha pure gettato al vento gli ultimi rimasugli di dignità, nel caso ne avesse ancora delle briciole riposte in qualche remotissimo recesso. Qualcuno le ricordi che oramai tutta Italia sa che il ministro Nordio, oltre al supporto per qualsiasi chiarimento offertogli dalla CPI, avrebbe potuto "sanare" qualsiasi anomalia nell'arresto di Almasri in qualsiasi momento, solo se l'avesse voluto.

Inoltre, il solito ridicolo richiamo al vittimismo cui la mini premier fa ricorso ogni volta che non sa che pesci prendere, stavolta pure condito con abbondanti dosi di complottismo, finisce per smascherarla, perché logicamente dimostra che Roma non voleva "macchiarsi" dell'arresto di un torturatore, stupratore, trafficante di esseri umani e assassino.

Ma Meloni, cresciuta a Colle Oppio a forza di "me ne frego", anche stavolta se ne è fregata di ricordare quando mesi fa diceva di voler inseguire e arrestare scafisti e trafficanti di essere umani per tutto il globo terracqueo... e così oggi, una volta arrestati, li libera!