Continuano i colloqui tra Stati Uniti e Corea del Nord per il vertice di Singapore del 12 giugno. Oltre a quella americana, anche una delegazione nordcoreana, lunedì scorso, è volata nella città Stato del sud della Malesia per tenere dei colloqui al riguardo con i funzionari statunitensi.

Ed in base a quanto riportano le agenzie di stampa, si intensificano anche le visite di alti funzionari di Pyongyang negli Usa, ufficialmente per recarsi alle Nazioni Unite.

Kim Jong Un ha annunciato la propria volontà di continuare nella politica di disarmo nucleare, distruggendo un sito per i test atomici, già parzialmente in disuso per essere stato danneggiato in passato. La Corea del Nord, più o meno ufficialmente, dispone di missili balistici intercontinentali che parrebbe essere in grado di equipaggiare con testate nucleari.

Ammesso che il summit possa realmente avere luogo - l'incertezza stavolta è dovuta a Donald Trump che, in un primo momento, ha inviato una lettera a Kim Jong Un per annullarlo, salvo poi continuare a lavorare perché si svolgesse - tutto ruota intorno ai suoi contenuti.

Che gli Stati Uniti siano interessati ad un piano per lo smantellamento dell'arsenale atomico è abbastanza ovvio. Quello che resta da capire è la merce di scambio che verrà messa sul piatto, anche perché la vicenda coreana potrebbe costituire un precedente per altri Paesi.

Pyongyang si dovrà accontentare di un semplice ritiro delle sanzioni o pretenderà di più? Sulla stabilità poltica della Corea del Nord ruotano gli interessi della Russia e, in particolar modo, quelli della Cina e della Corea del Sud, senza dimenticare il Giappone. Tutti paesi interessati al vertice ed ai risultati che questo potrebbe produrre.

E Trump, nel frattempo, che cosa fa sapere al riguardo? Nulla, è impegnato con la "caccia alle streghe" relativa all'inchiesta Russiagate.