Il ministro dell'odio che ha trovato nei migranti che lui chiama clandestini - pronunciando tale termine mentre ancor di più piega verso il basso gli angoli della bocca per dimostrare quanto sia schifato - il mezzo per promuovere la sua insensata propaganda, adesso si propone pure come martire del buon governo, solo contro tutti, nel voler opporsi a ciò che un tribunale ha ordinato.

E così, chi non lo supporti nei suoi affannati tentativi di offrire un nemico da odiare, per soddisfare le folle degli amici acclamanti che lo sostengono credendo senza bene capire come e perché che i loro guai siano dovuti a dei disperati che fuggono dai lager e da una guerra civile, si va ad aggiungere alla schiera dei buonisti, quando fino a ieri erano dei fedeli e sinceri alleati.

Inoltre, Salvini (è di lui che stiamo parlando), con il supporto dei media che vedono nell'odio un mezzo per tirar su qualche spicciolo, fa finta di dimenticare che il suo decreto sicurezza, anche nella parte relativa ai respingimenti, è stato bocciato in toto dal presidente della Repubblica che ha dato indicazioni perché venga al più presto rivisto e modificato.

Il fatto poi che lui, fascisticamente, se ne freghi confidando nella stupidità e nella disinformazione di chi lo applaude non fa altro che aggravare il giudizio sulle qualità umane e politiche del personaggio, del tutto indegno nel ricoprire un incarico pubblico, figuriamoci un incarico da ministro.

E così l'opportunista Salvini dichiara che "chi si adopera per riaprire i porti non fa un dispetto a Salvini, fa solo il male del Popolo Italiano" aggiungendo, senza nascondere neanche più di tanto che si vuole autenticare come il neo Mussolini che "gli Italiani hanno bisogno di un governo forte, non è ammessa timidezza quando sono in gioco la sicurezza e i confini della Patria. Che è dovere di ogni cittadino, e a maggior ragione di ogni ministro, DIFENDERE."


È chiaro che chi scriva cose simili sia un pagliaccio, ma è, oggettivamente, un pagliaccio pericoloso che ha convinto degli idioti, dei distratti ed entusiasmato dei fascisti facendo credere che uno come lui sia da prendere sul serio.

Ed è per questo indispensabile che le forze democratiche che esistono in Parlamento, se ancora esistono e se hanno effettivamente a cuore l'interesse del Paese e della Costituzione antifascista su cui si fonda, che mettano da parte ripicche, giochetti, fatti personali e quant'altro, rendendosi conto della gravità del momento.


Salvini ha voluto la crisi di governo - almeno in base alle dichiarazioni del suo braccio destro Giorgetti - in un momento che risulta inspiegabile anche agli stessi vertici leghisti. I 5 Stelle, complottisti per natura, ogni giorno ipotizzano spiegazioni che hanno a che fare con interessi personali e inconfessabili problemi legati a vicende di partito.

Così, ipotizzano che la crisi sia stata voluta da Salvini per la necessità di evitare una riforma della prescrizione in modo da salvare dalla galera il "babbo" della sua nuova fidanzata (la figlia di Denis Verdini) oppure per evitare che il Senato potesse dare il via all'imminente autorizzazione al sequestro del computer di Siri, necessaria agli inquirenti per analizzarne il contenuto.

Viste tali ipotesi, senza dimenticare "l'aumento dell’Iva, il rischio concreto di non stabilizzare 80mila insegnanti precari come il MoVimento 5 Stelle aveva previsto, senza contare tutte le norme fondamentali per il Paese che non sono state approvate a causa dei NO della stessa Lega", saranno i grillini così avveduti almeno da valutare l'ipotesi di un nuovo governo che possa durare per tutta la legislatura?


Non certo se venissero influenzati dal "rautiano" Di Battista, un classico fascista di sinistra, che ha dato prova di sapersi distinguere nel far casino, ma non certo nel proporre provvedimenti razionali e logici.

Lo stesso vale sul fronte opposto, dove Renzi, dopo essersi mangiato tutte le scorte di popcorn, ha deciso che fosse per lui più conveniente fare un nuovo governo persino con i nemici 5 Stelle, piuttosto che andare al voto rischiando di perdere anche il controllo sui parlamentari Pd, dopo aver perso il controllo del partito.

Non potrà esser certo Renzi a provare a fare un accordo con i 5 Stelle, come neppure potrà essere Di Maio a concordarlo. Nel Pd, dopo le dichiarazioni dello zingarettiano Bettini, Delrio, Martina e Franceschini si sono fatti promotori per dialogare con quelli che potrebbero diventare i futuri alleati... e non è detto che i colloqui non siano già iniziati. Sul fronte opposto, i placet di Grillo e Casaleggio hanno dato la benedizione al possibile patto, ma ancora non è ben chiaro chi possano essere gli ambasciatori.


Questi giorni che dividono dal voto di sfiducia al Senato, previsto per il 20, potrebbero e dovrebbero essere utilizzati per tracciare dei punti comuni di un programma che porti ad un governo che possa arrivare a fine legislatura, facendo dimenticare la retorica propagandista di stampo fascista di quel disgraziatissimo ministro dell'Interno che vuole far diventare l'Italia una sorta di Stato dove le libertà fondamentali sarebbero solo un'ipotesi.

Riusciranno a farlo? Se così non accadrà l'Italia sarà di nuovo fascista.