La 23esima riunione del Consiglio Nazionale Palestinese, il parlamento palestinese in esilio, ha dato mandato al Comitato esecutivo dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) di sospendere il riconoscimento di Israele in attesa che quest'ultimo riconosca lo Stato di Palestina basato sui confini del 1967.

Il CNP ha inoltre decretato che Israele debba sospendere tutte le sue attività di insediamento nei territori palestinesi occupati e annullare l'annessione di Gerusalemme Est, come prerequisito per il riconoscimento di Israele.

Nel comunicato finale, il CNP - tenendo conto del disconoscimento di Israele, quale potenza occupante, nei confronti degli obblighi derivanti dagli accordi finora firmati tanto da decretarne di fatto la loro cessazione - ha dichiarato che il periodo di transizione stipulato negli accordi di Oslo, del Cairo e di Washington, con tutti i loro obblighi, non esiste più.

Inoltre, il Consiglio Nazionale Palestinese ha ribadito il suo rifiuto per qualsiasi soluzione provvisoria, come ad esempio la creazione di uno Stato con frontiere temporanee, e ha sottolineato che le questioni di Gerusalemme, dei rifugiati e degli insediamenti israeliani rimangono questioni chiave in qualsiasi soluzione futura.

Il CNP ha sottolineato anche la necessità di attuare la decisione del Consiglio Centrale Palestinese stabilita nella sua ultima sessione in modo da bloccare il coordinamento della sicurezza con Israele in tutte le sue forme e liberarsi dalla dipendenza economica da Israele stabilita dal Protocollo di Parigi.

Infine, il Consiglio ha respinto le accuse del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e di altri funzionari israeliani secondo cui il presidente Mahmoud Abbas sia un antisemita contrario ai negoziati di pace.