Questa mattina, il ministro della Salute Roberto Speranza, iniziando dal Senato, ha reso comunicazioni sulle ulteriori misure per fronteggiare l'emergenza da Covid-19.

Nella prima parte del suo intervento, Speranza ha illustrato il prossimo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri relativo al Natale, basato sul quadro epidemiologico ad esso relativo. Nella seconda parte ha illustrato le linee guida del piano strategico sui vaccini COVID, elaborato dal suo ministero, dal Commissario straordinario per l'emergenza, dall'Istituto superiore di sanità, dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (AGENAS) e dall'Agenzia italiana del farmaco (AIFA).

I dati dell'ultima rilevazione della cabina di monitoraggio indicano che le ultime misure restrittive, adottate nei primi di novembre, stanno funzionando: diminuisce l'incremento quotidiano dei contagi e l'indice Rt è in discesa da 1,7 a 1,08, ma "abbiamo un'incidenza di 320 casi circa ogni 100.000 abitanti", ha detto Speranza, e "dobbiamo arrivare a 50 casi ogni 100.000 abitanti". 

L'obiettivo del Governo è piegare la curva senza ricorrere a un lockdown generalizzato, ma permangono difficoltà: la sostenuta circolazione del virus può alimentare nuovi consistenti focolai ed è ancora forte la pressione sulle strutture sanitarie; per scongiurare una terza ondata, occorrono ancora sacrifici e una cura di mantenimento. 

Pertanto, a Natale non dovrà ripetersi quanto accaduto in estate: infatti, senza una consistente limitazione degli spostamenti la convivenza con il virus è difficilmente realizzabile. 

Il Governo è orientato a confermare il modello della classificazione delle Regioni in tre fasce e ha scelto di mantenere lezioni in presenza nella scuola primaria anche nelle Regioni rosse; durante le festività le misure dovranno essere rafforzate anche nel quadro del coordinamento europeo.

"Per affrontare adeguatamente le festività natalizie e quelle di fine anno le limitazioni previste dovranno essere rafforzate, anche nel quadro di un coordinamento europeo che il nostro Paese ha promosso nelle ultime settimane. Tale coordinamento è sempre utile - questo è il mio punto di vista - ma diventa indispensabile se si pensa ad attività che si svolgono sui confini naturali tra Stati diversi. In questo contesto appare necessario limitare il più possibile i contatti non indispensabili tra le persone.L'orientamento del Governo - e su questo ascolterò con attenzione gli indirizzi delle Camere - è che durante le feste natalizie vanno disincentivati gli spostamenti internazionali e limitati gli spostamenti tra le Regioni, come già oggi avviene in presenza di zone rosse e arancioni. Inoltre, nei più importanti giorni di festa - il 25 e 26 dicembre e il 1° gennaio - vanno limitati anche gli spostamenti tra i Comuni.Bisognerà poi evitare potenziali assembramenti nei luoghi di attrazione turistica legati in modo particolare alle attività sciistiche. È opportuno, più in generale, ridurre i rischi di diffusione del contagio connessi ai momenti di aggregazione durante le festività del Natale e del Capodanno. Si tratta di misure indispensabili se non vogliamo vanificare i primi segnali di miglioramento. Non sarà un Natale come gli altri, ma serve davvero il contributo di tutti per ridurre il numero dei contagi e quello, purtroppo molto alto, dei decessi, nonché per alleggerire la pressione sulle nostre strutture sanitarie".

Per quanto riguarda i vaccini, il Ministro ha inviato un messaggio di ragionata fiducia: probabilmente a partire da gennaio avremo i primi vaccini; al momento nessuno vaccino è stato approvato dalle agenzie del farmaco europea e statunitense, ma gli studi forniti sono incoraggianti. 

Questi alcuni degli assi fondamentali del piano illustrato da Speranza sui vaccini.

"Il primo asse è tanto semplice quanto importante: l'acquisto del vaccino è centralizzato e verrà somministrato gratuitamente a tutti gli italiani. Lo ripeto: centralizzato e somministrato gratuitamente a tutti gli italiani. Il vaccino è un bene comune, un diritto che va assicurato a tutte le persone, alle donne e agli uomini, indipendentemente dal reddito e dal territorio nel quale ciascuno vive o lavora; nessuna diseguaglianza sarà ammissibile nella campagna di vaccinazione.Il secondo asse è altrettanto importante e rende concreto il principio precedentemente annunciato. L'Italia ha opzionato 202.573.000 dosi di vaccino, che rappresenterebbero una dotazione sufficientemente ampia per poter potenzialmente vaccinare tutta la popolazione e conservare delle scorte di sicurezza. Con le conoscenze oggi a nostra disposizione è molto probabile che saranno necessarie due dosi per ciascuna vaccinazione, a breve distanza temporale. Va inoltre ricordato che non vi è ancora evidenza scientifica sui tempi esatti di durata dell'immunità prodotta dal vaccino. La scelta compiuta anche in questo caso è ispirata al principio di massima precauzione. Abbiamo sottoscritto, infatti, in quota parte, per la parte che riguarda l'Italia, pari al 13,46 per cento, tutti i contratti che l'Unione europea ha formalizzato. Non vogliamo correre neanche il più piccolo rischio di non poter disporre di un vaccino autorizzato prima di altri o che dovesse risultare più efficace, in conseguenza della scelta di non partecipare ad una delle acquisizioni stipulate dall'Unione europea. Non abbiamo mai esercitato il diritto di opting-out che era previsto dagli accordi europei. ... Se tutti i processi autorizzativi andassero a buon fine - cosa su cui non possiamo, per le ragioni che prima dicevo, ancora avere certezza assoluta - l'Italia potrebbe contare sulla disponibilità delle seguenti dosi: per il contratto con AstraZeneca 40,38 milioni di dosi, per il contratto con Johnson & Johnson 26,92 milioni di dosi, per il contratto con Sanofi 40,38 milioni di dosi, per il contratto con Pfeizer-BioNTech 26,92 milioni di dosi, per il contratto con CureVac 30,285 milioni di dosi, per il contratto con Moderna 10,768 milioni di dosi. Sono chiaramente numeri ancora subordinati a processi autorizzativi che non sono ancora completati.Il terzo asse riguarda il tempo relativo all'autorizzazione dei vaccini che abbiamo acquistato. A tal proposito, voglio innanzitutto sottolineare che la corsa contro il tempo che la comunità scientifica sta compiendo cammina di pari passo con la massima sicurezza e il pieno rispetto di tutti i protocolli di garanzia e di controllo. Disporre di vaccini efficaci e sicuri è una priorità che non può essere subordinata o condizionata da qualsiasi altro interesse. Attorno a questo impegno si determina anche un'importante responsabilità sociale d'impresa. Voglio essere chiaro: la produzione e la distribuzione del vaccino non può essere regolata unicamente dalle leggi del mercato".

Al momento non è intenzione del Governo obbligare alla vaccinazione, ma l'obiettivo è raggiungere l'immunità di gregge. La campagna di vaccinazione sarà imponente e la sua piena riuscita deve essere obiettivo di tutto il Paese. 

La distribuzione a livello europeo, in base al numero della popolazione, inizierà dal primo trimestre 2021. Saranno rispettati tutti i protocolli di sicurezza: non si possono ridurre i tempi e omettere le basi della sperimentazione. 

L'agenzia europea per i medicinali sta valutando progressivamente i dossier inviati dalle aziende e le prime valutazioni saranno comunicate entro la fine dell'anno. I contratti sottoscritti dalla Commissione europea sono subordinati ai processi autorizzativi che non hanno certezza assoluta, ma il Paese deve essere pronto allo scenario migliore. 

Il cuore della campagna di vaccinazione è previsto tra la prossima primavera e l'estate. Le prime categorie da vaccinare saranno gli operatori sanitari e sociosanitari, il personale e gli ospiti delle residenze per anziani, le persone in età avanzata; con l'aumento delle dosi, seguirà il personale dei servizi essenziali (personale scolastico e delle forze dell'ordine, personale delle carceri). 

Logistica approvvigionamento stoccaggio e trasporto saranno di competenza del commissario straordinario ed è previsto il contributo delle Forze armate. 

Per quanto riguarda la governance del piano di vaccinazione è previsto il coordinamento fra Ministero della salute, commissario e Regioni; la prima fase della vaccinazione sarà centralizzata. 

Sul piano organizzativo a livello nazionale saranno definiti standard di esecuzione, a livello territoriale saranno localizzati i siti ed eseguiti controlli. Per le attività del piano si sta costruendo un sistema informativo al fine di assicurare omogeneità sul territorio nazionale. E' prevista infine una farmacosorveglianza aggiuntiva (l'Aifa condurrà studi indipendenti) anche sulla risposta immunitaria. 

"Nella fase iniziale della campagna vaccinale si prevede una gestione centralizzata della vaccinazione, con l'identificazione di siti ospedalieri o peri-ospedalieri e l'impiego di unità mobili destinate alla vaccinazione delle persone impossibilitate a raggiungere i punti di vaccinazione. Il personale delle unità vaccinali sarà costituito da un numero flessibile di medici, infermieri, assistenti sanitari, operatori socio-sanitari (OSS) e personale amministrativo di supporto. Si stima al momento un fabbisogno massimo di circa 20.000 persone. A tal riguardo si prevede di agire, da un lato ricorrendo ad un cospicuo e temporaneo ricorso alle professionalità esistenti nel Paese, anche attraverso la pubblicazione di un invito a manifestare la disponibilità a contribuire alla campagna di vaccinazione, con l'attivazione di conseguenti modalità contrattuali definite ad hoc, nonché alla stipula di accordi con il Ministero dell'università e della ricerca, nell'ambito dei percorsi formativi delle scuole di specializzazione medica. È quest'ultima una scelta qualificante, per la quale mi corre l'obbligo di ringraziare il Ministro dell'università e della ricerca, Manfredi. Migliaia di giovani laureati in medicina, iscritti ai primi anni delle scuole di specializzazione, per un lasso di tempo che stiamo definendo, parteciperanno alla campagna vaccinale, che rappresenterà una parte del loro percorso formativo.Sul piano organizzativo, a livello nazionale saranno definite le procedure, gli standard operativi e il layout degli spazi per l'accettazione, la somministrazione e la sorveglianza degli eventuali effetti a breve termine. A livello territoriale verranno stabilite la localizzazione fisica dei siti, il coordinamento operativo degli addetti, nonché il controllo sull'esecuzione delle attività. A livello regionale e a livello locale saranno pertanto identificati i referenti, che risponderanno direttamente alla struttura di coordinamento nazionale e si interfacceranno con gli attori del territorio, a partire dai Dipartimenti di prevenzione, per garantire l'implementazione del piano regionale di vaccinazione e il suo accordo con il piano nazionale di vaccinazione".