Prima che la prossima settimana vada in scena la sfida all'O.K. Corral rappresentata dal voto al Senato al ddl Zan, Salvini e Renzi, che stanno facendo i primi passi per sancire l'alleanza promossa e benedetta dal vate Verdini (per entrambi un vero e proprio maître à penser, anche se per ragioni diverse), continuano a promuovere appelli al dialogo per un accordo sulla legge.
Appelli che, in base a quanto da loro stessi dichiarato, sono finalizzati a proporre modifiche che toglierebbero qualsiasi significato e senso allo spirito della legge.
Dopo che Salvini ha ricordato di aver proposto a Letta un dialogo per togliere i punti critici negli articoli 1, 4 e 7, oggi è da sottolineare in tal senso l'intervento di Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva, che sta correndo in tutte le località turistiche della penisola per "smerciare" il suo ultimo libro, sul ddl Zan ha rilasciato un'intervista a La Stampa.
Ecco che cosa ha dichiarato:
«La legge è ancora aperta soltanto perché il Pd la sta rinviando. L'ostruzionismo lo ha fatto per mesi la Lega. Ma oggi il vero partito no-Zan è il Pd. Faccio una proposta per sbloccare l'impasse: i capigruppo di maggioranza del Senato coinvolgano quelli della Camera per stabilire assieme un cronoprogramma stringente: si approva la legge Zan con le modifiche concordabili e al tempo stesso alla Camera si impegnino subito a calendarizzare la terza e ultima lettura. Il prima possibile».«A me della Lega non interessa niente. Siamo avversari politici e partecipiamo alla stessa esperienza di governo, come chiesto dal Capo dello Stato. La Lega ha fatto un passo avanti enorme nella persona del presidente della Commissione Giustizia Ostellari, bravo nell'ascoltare le posizioni altrui. Ha abbandonato una posizione ostruzionistica e va riconosciuto. Dall'altra parte ci saranno emendamenti da parte dei socialisti, dei mondo delle autonomie. A me non interessa della Lega, ma delle migliaia di giovani omosessuali, transessuali e disabili che potrebbero avere una legge, che invece viene impedita dall'atteggiamento arrogante di una parte del Pd che preferisce tenere alta la bandierina a fini di consenso piuttosto che trovare una soluzione».«Il Parlamento non è il regno degli influencer, ma un luogo dove si devono fare i conti con i numeri. Modificando gli articoli 1, 4 e 7 la legge si chiude col consenso se non di tutti, di tanti. La politica è accordo, altrimenti diventa velleitarismo arrogante e inconcludente».«Trovo incredibile che quei movimenti e chi nel Pd avevano posto i problemi dell'identità di genere e della scuola - penso alle senatrici Fedeli e Valente, al movimento femminista di sinistra, a "Se non ora quando", ad Arcilesbica - non siano stati ascoltati dal segretario del Pd. Qualcuno in quel partito pensa di utilizzare questa battaglia in vista delle amministrative. Ma io penso che nelle prossime ore Letta sarà costretto ad una marcia indietro evidente».
E poi Renzi sostiene che a lui della Lega non interessa niente! Già... ma non bisogna dimenticare che per capire che cosa Renzi dice, è necessario ricordarsi che è indispensabile ribaltare il senso delle frasi da lui pronunciate.
Pertanto, ciò che Renzi ha dichiarato va interpretato nel modo seguente: lui è un influencer a cui non interessa un bel niente del mondo LGBTQ+. Inoltre, sa benissimo che il leghista Ostellari è un grottesco ostruzionista, ma lui lo applaude ugualmente solo perché in questo momento ha interesse a stringere un'alleanza con la Lega... il ddl Zan per lui è solo un pretesto, l'ennesimo, per mettere in difficoltà Pd e 5 Stelle.
In fondo, Matteo Renzi è sincero, quasi candido nelle sue esternazioni... solo che ha il vizio di volerle fare a suo modo, rivoltandone il senso!
Sull'argomento ddl Zan, infine, è doveroso riportare anche la risposta di Enrico Letta a Matteo Salvini, data oggi tramite, anche in questo caso, tramite un'intervista, ma a Repubblica:
"Il Pd su questo tema vuole discutere con persone che hanno una sola faccia. Non trovo sia serio appoggiare le iniziative anti-LGBTQ+ di Orban in Europa e poi disinvoltamente proporsi per una trattativa a difesa di quella comunità a livello italiano. Se Salvini vuole confrontarsi con noi sulla Zan rinneghi pubblicamente le norme anti-LGBTQ+ approvate in Ungheria". "Abbiamo deciso di verificare passo passo in Parlamento gli sviluppi di questa vicenda, la cui tempistica non è ancora chiara. L'unica cosa certa è che se io non fossi rimasto fermo sul testo approvato alla Camera, a quest'ora non saremmo neanche arrivati nell'aula del Senato, staremmo ancora negli scantinati della commissione Giustizia a fare audizioni con il leghista Ostellari, che ha fatto di tutto per affossare la legge".
Più chiaro di così!