Il prossimo 11 settembre ricorreranno 20 anni dagli attentati organizzati da Al Qaeda sul suolo americano che, oltre alla distruzione della Torri gemelle, causarono anche la morte di circa 3mila persone.

In una dichiarazione del 3 settembre, il presidente Usa Joe Biden ha dichiarato di aver dato seguito ad una promessa fatta durante la campagna elettorale per le presidenziali dove si era impegnato a garantire la massima trasparenza riguardo alla declassificazione dei documenti sugli attacchi terroristici del 2001 in America.

"Mentre ci avviciniamo al 20° anniversario di quel tragico giorno - ha dichiarato il presidente Usa - onoro questo impegno. Oggi ho firmato un ordine esecutivo che impone al Dipartimento di Giustizia e ad altre agenzie competenti di supervisionare una revisione di declassificazione dei documenti relativi alle indagini dell'11 settembre del Federal Bureau of Investigation. L'ordine esecutivo richiede che il procuratore generale rilasci pubblicamente i documenti declassificati nei prossimi sei mesi".

Potranno quei documenti rispondere ai tanti dubbi sollevati dalle indagini, condotte in maniera affrettata ed approssimativa, su come materialmente dei terroristi senza specifico addestramento abbiano potuto pilotare alla cieca e manovrare degli aerei da trasporto passeggeri in maniera tanto perfetta da far meravigliare persino piloti esperti ed iper-addestrati? Su come dei grattacieli progettati per prevedere incidenti che contemplavano l'impatto di un aereo siano potuti crollare come un castello di carte? Su come sia potuto crollare un edifico in cemento che non era stato colpito dagli aerei degli attentatori? Sul perché non siano state diffuse le riprese video dell'aereo che ha attaccato il pentagono?

Questi sono solo alcuni dei quesiti che chiunque può porsi e a cui non è mai stata data un risposta decisiva e, soprattutto, credibile. 

Nel 2002 il giornalista della ABC John Miller pubblicò il libro intitolato The Cell: Inside the 9/11 Plot, and Why the FBI and CIA Failed to Stop It, scritto in collaborazione con Michael Stone e Chris Mitchell. Il libro spiega quali errori e omissioni furono compiuti dalle agenzie che indagavano sulle attività terroristiche, tanto da lasciar consentire la pianificazione e realizzazione degli attentati dell'11 settembre. Secondo l'autore del libro, le agenzie investigative americane che si occupavano di anti-terrorismo avevano un buon numero di indicazioni per prevenire gli attacchi del 2001, ma gli indizi furono evidentemente ignorati o forse gli inquirenti pensarono che al Qaeda non avrebbe potuto colpire sul suolo americano con tale efficacia. C'è, logicamente, anche un'altra spiegazione che aleggia sul comportamento di coloro che all'interno delle agenzie di sicurezza Usa avrebbero dovuto occuparsi di evitare attentati terroristici: l'aver "usato" i terroristi di al Qaeda a loro insaputa.

Riusciranno i documenti che verranno desecretati nei prossimi mesi a far luce - anche flebile - sulle tante domande rimaste senza risposta dopo l'11 settembre?