Il Governo guidato da Giorgia Meloni riporta il nucleare al centro del dibattito energetico italiano. Con l’annuncio di un nuovo disegno di legge, previsto per fine gennaio, si delineano i contorni di una strategia che punta a integrare il nucleare nel mix energetico nazionale, guardando al futuro con tecnologie avanzate e sicure.

Tra le novità principali del disegno di legge, spicca la creazione di un’agenzia governativa dedicata alla supervisione e al controllo delle attività nucleari. Questo organismo sarà responsabile di monitorare tutte le fasi del ciclo nucleare: dalla produzione alla gestione degli impianti, fino allo smaltimento dei rifiuti radioattivi. La legge delega necessiterà di circa due anni per l’elaborazione delle norme di attuazione, un arco di tempo in cui verranno definiti i dettagli operativi.

Durante il World Future Energy Summit di Abu Dhabi, Giorgia Meloni ha sottolineato l’importanza del nucleare come leva per un’energia pulita, sicura e illimitata. Ha descritto la fusione nucleare come una tecnologia in grado di trasformare l’energia da strumento geopolitico in una risorsa accessibile, tracciando una prospettiva di cambiamento storico.

La sfida più grande per il governo sarà superare le resistenze dell’opinione pubblica, ancora condizionata dal referendum del 2011, che aveva sancito il no all’energia nucleare in Italia. Tuttavia, le nuove tecnologie, come i reattori modulari avanzati (SMR) e i piccoli reattori modulari (AMR), potrebbero rappresentare un punto di svolta. Questi sistemi, più sicuri ed efficienti rispetto ai reattori del passato, promettono di ridurre i rischi e di garantire maggiore sostenibilità.

Uno degli argomenti principali a favore del ritorno al nucleare è il miglioramento della competitività energetica italiana rispetto agli altri Paesi europei. Le aziende italiane pagano costi energetici significativamente superiori rispetto a nazioni come Spagna, Germania e Francia, dove il nucleare gioca un ruolo chiave nella produzione di energia a basso costo.

In questo scenario, l’Italia punta a recuperare il terreno perduto, investendo in tecnologie nucleari di ultima generazione e rafforzando la cooperazione internazionale. Un esempio è la partnership tra Eni e il Massachusetts Institute of Technology, che mira a realizzare un primo impianto di fusione entro il prossimo decennio. L’obiettivo finale è creare un hub nucleare nel Mediterraneo, rendendo l’Italia un leader tecnologico nell’area.

Il ministro per l’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha annunciato l’intenzione di avviare un programma nazionale per l’energia nucleare sostenibile. Questo piano si baserà su un’analisi approfondita delle esigenze energetiche del Paese e sull’integrazione con le fonti rinnovabili. La realizzazione di piccoli reattori sarà aperta alla collaborazione tra soggetti pubblici, privati e misti, favorendo un approccio flessibile e innovativo.

Il ritorno al nucleare rappresenta una sfida ambiziosa, ma anche un’opportunità per l’Italia di riposizionarsi nel panorama energetico europeo e globale. Con il nuovo disegno di legge, il Governo Meloni punta a garantire una transizione energetica che sia sicura, sostenibile e competitiva, aprendosi a un futuro in cui il nucleare possa convivere con le rinnovabili per un sistema energetico più equilibrato e resiliente.