Giovedì una legge bypartisan approvata dal Congresso degli Stati Uniti, che permette di finanziare quei dipartimenti federali interessati dall'ultimo "shutdown" e che da sabato altrimenti sarebbero rimasti di nuovo senza fondi ed a rischio chiusura, ha tolto a Donald Trump l'unica arma di ricatto che aveva per costringere il Congresso a finanziare la costruzione del muro al confine tra Stati Uniti e Messico.

Che cosa ha fatto allora Trump? Oggi si è presentato nel Rose Garden davanti ai giornalisti ed ha annunciato che il muro lo costruirà comunque, classificando il progetto come caso di emergenza nazionale.

Con questo escamotage, il presidente Usa può così utilizzare i fondi statali direttamente, senza dover ottenere l'approvazione del Congresso, come normalmente avviene. Una situazione limite, ma prevista dalla legislazione statunitense... anche se resta da vedere se sia applicabile anche per costruire un muro di confine!

Trump giustifica quel muro come argine all'invasione dei migranti e al traffico di droga, che costituirebbero una minaccia per gli Stati Uniti. I migranti arrivano dal Messico, anche in maniera illegale, ma non è certo un muro, peraltro già esistente a fermarli. Lo stesso vale per la droga che, in base a quanto dicono coloro che si occupano del problema, utilizza da anni vie alternative al confine con il Messico per entrare negli Usa.

Ma Trump ha promesso agli elettori che avrebbe costruito un muro e adesso ad un anno dalle nuove elezioni vuole mantenere la promessa fatta... anche se tutti sanno perfettamente che non serve a nulla.


Per l'anno in corso, il Congresso aveva stanziato 1,4 miliardi di dollari da destinare alla protezione del confine con il Messico. Una cifra che non ha soddisfatto Trump che ne voleva 5,7, ritenuti necessari ad estendere entro il 2019 per altri 322 chilometri le protezioni già presenti al confine.

Adesso, ricorrendo all'emergenza nazionale, Trump ha detto che la spesa destinata al muro sarà di circa 8 miliardi di dollari.

I leader democratici al Congresso, il presidente della Camera, Nancy Pelosi, e il capogruppo al Senato Chuck Schumer, hanno definito illegittima la proclamazione dello stato di emergenza da parte di Trump, perché basata su una crisi che non esiste, finendo così per violare la Costituzione e rendendo oltretutto l'America meno sicura, perché sottrarrà fondi dalla spesa per la difesa.

Quindi, hanno annunciato l'avvio di azioni legali in tutte le sedi opportune, ritenendo che Trump abbia abusato delle proprie prerogative. Una "mossa" che Trump ha messo in conto e di cui ha parlato dopo il suo annuncio, facendo intendere di confidare, in ultima istanza, nel giudizio a suo favore da parte della Corte Suprema.