Venerdì il quotidiano Libero, che con La Verità e il Giornale gareggia per vincere la palma di miglior supporter di Matteo Salvini, ha titolato che in Italia "comandano i terroni". Dopo circa sette mesi, il quotidiano diretto da Pietro Senaldi e Vittorio Feltri si è accorto che oltre al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ad esser terroni sono anche il presidente della Camera Roberto Fico ed il premier Giuseppe Conte: 3 delle 4 cariche istituzionali del Paese. Naturalmente, senza contare quella che Libero definisce la "miriade di ministri e di altissimi funzionari pubblici."

Secondo quel quotidiano, ciò spiegherebbe il perché, negli ultimi giorni, Salvini non sia riuscito a comandare a bacchetta il Governo come era stato solito fare finora, ingoiando, tra tutti, il rospo più indigesto, quello di una decina di migranti salvati nel Mediterraneo. Istituzioni e governo "made in Terronia" non possono non essere contro il "capitano" del nord, che verrebbe perciò ostacolato nella sua azione di governo.

Da parte di Libero, pubblicare tesi così bislacche non è tanto un insulto nei confronti dei diretti interessati, definiti "terroni", quanto un insulto all'intelligenza di chi legga quel quotidiano... ammesso che qualcuno continui a farlo!

Salvini si è ben guardato da esprimersi sull'argomento, mentre lo sprovveduto Luigi Di Maio non ha potuto fare a meno di ricorrere alla solita insulsa e inutile invettiva: «Buongiorno con la prima pagina di Libero, giornale finanziato con soldi pubblici, anche quelli dei terroni.

Questa è la preziosa informazione da tutelare con i vostri soldi! Ma tranquilli: abbiamo già iniziato a togliergliene da quest'anno e nel giro di 3 anni arriveranno a zero!»


Ma la risposta migliore a Libero l'hanno data i "terroni" di Torre Melissa un piccolo paese calabrese, una trentina di km a nord di Crotone, che si affaccia sul mar Ionio, di fronte alle coste della Grecia e dell'Albania.

Poco prima dell'alba una barca a vela su cui viaggiavano 51 migranti si è incagliata a pochi metri dalla riva. Le grida disperate delle persone a bordo, tutti di origine curda, hanno svegliato alcuni residenti che si sono subito dati da fare per prestare soccorso a quelle persone prima che rischiassero di annegare, come ha raccontato il sindaco di Melissa Gino Murgi: «Ho visto miei concittadini togliersi il giubbotto per darlo alle persone bagnate e infreddolite. Tutti, qui, si sono prodigati al massimo. Sono orgoglioso di come abbia funzionato la macchina dei soccorsi e dell'accoglienza, con grande diligenza e professionalità.»

La barca, dove si trovavano anche sei donne, tre bambini e persino un neonato, abbandonata dagli scafisti, si era incagliata a pochi metri dalla costa e si era rovesciata su un lato. Purtroppo una delle persone a bordo è morta nel naufragio.

Nonostante l'idrofobica Italia del cambiamento, ci sono ancora degli italiani, terroni, che non esitano a gettarsi in acqua, nella notte, per salvare dal mare dei migranti, prima di tutto persone, in difficoltà, che rischiavano di morire.

Evviva. Per fortuna ci sono ancora i terroni a salvare l'Italia. Grazie!