Il numero di soldati inviati da Trump al confine con il Messico non è ancora stato precisato, ma sarà molto più grande dei mille ipotizzati la settimana scorsa, quando il segretario alla Difesa Jim Mattis aveva comunicato di aver concesso l'autorizzazione all'uso di truppe e risorse militari al confine tra Stati Uniti e Messico.

I mille soldati che erano stati ventilati in quella occasione, secondo le ultime indiscrezioni di stampa, sarebbero già diventati diverse migliaia, senza però che, anche in questo caso, ne sia stato quantificato il numero esatto, né da parte dell'amministrazione Trump, né da parte del Pentagono.

I soldati saranno inviati, pare, già nei prossimi giorni. Dovranno fronteggiare la marcia di alcune migliaia di disperati provenienti da Guatemala, Honduras, Salvador che provano a cercare il proprio riscatto negli Usa. Una carovana che sebbene abbia perso una parte dei suoi componenti iniziali, sconfitti dalla fatica, ne avrebbe acquisiti altri lungo il tragitto che la vede attraversare, in questo momento, la parte meridionale del Messico. Si tratta di un numero di persone vicino alle seimila unità.

La decisione di Trump di fronteggiare con l'esercito chi fugge dalla povertà e dalla violenza è conseguenza anche della sua propaganda contro l'immigrazione clandestina, che ha rappresentato uno dei temi principali della sua campagna alle passate presidenziali ed è diventato un tema da utilizzare per appoggiare i candidati repubblicani alle elezioni del 6 novembre per il rinnovo del Congresso.