Alla fine, il Congresso Usa ha certificato la vittoria di Joe Biden alle elezioni del 3 novembre scorso, solo poche ore dopo che i sostenitori di Trump avevano fatto irruzione in Campidoglio proprio per bloccare quello che è da sempre un mero atto burocratico processo, con un assalto insurrezionale che ha causato la morte di 4 persone.

Questo il bilancio provvisorio, per quanto riguarda le vittime, di quanto accaduto ieri nella sede del Congresso a Washington a seguito di un attacco sostenuto dal presidente in carica  Donald Trump.

Le autorità hanno anche confermato il ritrovamento di alcuni ordigni esplosivi davanti alle sedi nazionali del Partito Democratico e di quello Repubblicano. 

Gli assalitori, simpatizzanti di Donald Trump, si erano radunati davanti alla sede del Congresso dopo l’invito dello stesso ex Presidente degli Stati Uniti Trump a protestare contro i brogli e le elezioni "rubate" dai Democratici, parlando alla folla che lui aveva riunito wper una manifestazione all'Ellipse (di fronte al lato sud della Casa Bianca) proprio per il 6 novembre.

Gli arrestati sarebbero 52, molti per la violazione del coprifuoco iumposto in giornata dalla sindaca di Washington che resterà in stato di emergenza fino al 21 gennaio, il giorno dopo l’insediamento di Joe Biden. 

Quello che si è assistito al Congresso degli Stati Uniti è qualcosa che non ha precedenti nella storia statunitense. Manifestanti che fanno irruzione in una delle più importanti sedi della democrazia americana, incitati da un ex Presidente che non ammette la sconfitta ma che continua a fomentare l’odio e gridare a complotti immaginari ed elezioni rubate. Deputati e Senatori costretti alla fuga con le maschere antigas, forze di sicurezza che aprono il fuoco contro i manifestanti che dopo si sono messi in posa alla scrivania del presidente del Senato per farsi scattare delle foto. 

Péoi, l’ex Presidente Trump ha pubblicato attraverso i social  un video (bloccato poi da Facebook, Instagram e Twitter) per i suoi sostenitori, in cui li invita a tornare a casa, ma al tempo stesso continuando a non ammettere la sconfitta.

"L'elezione ci è stata rubata - ha detto Trump - ma dovete andare a casa. Non vogliamo che nessuno resti ferito. Lo so che siete feriti, ci hanno rubato le lezioni. Un'elezione che abbiamo vinto a valanga e lo sanno tutti. Ma dovete andare a casa ora” e poi “Dobbiamo avere pace, ordine, legalità e rispettare. Non vogliamo che nessuno venga ferito. E' un periodo difficile: questa è stata un'elezione fraudolenta ma c'è bisogno di pace. Andate a casa, siete speciali, vedremo cosa accade.

Il presidente eletto, Joe Biden, in precedenza aveva dichiarato: "Questa non è una protesta, è un’insurrezione. Le scene di caos non riflettono l’America. Le parole di un Presidente contano. Possono ispirare per il bene ma nel peggiore dei casi possono anche ispirare cose negative. Faccio appello al presidente Trump: deve andare adesso alla tv nazionale, in questo momento, onorare il suo giuramento e difendere la Costituzione. E chiedere che questo assedio termini adesso".

E adesso? Molte le voci che vorrebbero l’attivazione del 25° emendamento della Costituzione per rimuovere Trump  dalla Presidenza. Questo emendamento prevede che sia il vicepresidente a prendere i pieni poteri nel caso il cui il Presidente in carica sia deceduto, dimissionario o rimosso dal suo stesso incarico. Un’ipotesi appoggiata anche da molti big del Partito Repubblicano. Una soluzione, questa del 25° emendamento per evitare nuovi colpi di testa da parte di Donald Trump nei 14 giorni che lo separano dal 20 gennaio, data dell’insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca.

Donald Trump è sempre più isolato. La portavoce dell’ex first lady, Melania Trump e il vice portavoce della stessa Casa Bianca hanno dato le dimissioni dal loro incarico. E anche il Ministro dei Trasporti e il Consigliere per la Sicurezza Nazionale le stanno valutando. 

Di sicuro Donald Trump e i suoi sostenitori non sembrano intenzionati ad arrendersi, tanto da far ipotizzare ad alcuni che negli Stati Uniti possa inioziare una nuova guerra civile.