Con la sua voce intensa e il suo spirito libero, Gea porta in scena uno spettacolo unico, dove la musica diventa linguaggio universale. Il “Diversa Tour” non è solo una serie di concerti: è un viaggio emotivo e artistico, un invito a spogliarsi delle maschere e rinascere.
Bentrovata, Gea. “Diversa Tour” avrà anche una terza stagione? O hai
già in mente nuovi progetti?
Il “Diversa Tour” è stato un viaggio importante per me, pieno di emozioni, incontri e crescita personale. Non ti nascondo che l’idea di una terza stagione mi sfiora spesso il cuore, ma nascerà qualcosa di nuovo, non posso ancora dirvi nulla. Sto creando nuovi progetti che andranno oltre quello che ho già fatto, dove la musica si intreccerà ancora di più con l’arte visiva, con l’improvvisazione e con nuove forme di racconto.
Credi che le esibizioni live riescano a trasmettere messaggi ed emozioni diverse? Qual è stata la tua esperienza?
Assolutamente sì. Per me il live non può essere controllato fino in fondo, ed è proprio questa la sua magia. Ogni concerto è diverso: l’energia cambia, le canzoni si trasformano, anche le emozioni che emergono non sono mai le stesse. È come se ogni volta nascesse una storia nuova, scritta insieme a chi mi ascolta. Nei live mi sento viva, fragile e forte allo stesso tempo. È lì che riesco davvero a trasmettere quello che sono, senza filtri, e a ricevere indietro qualcosa di ancora più grande.
Hai avuto modo di comunicare direttamente con i tuoi ascoltatori? Cosa ti hanno lasciato?
Sì, ed è una delle cose che più mi commuovono. Dopo i concerti o attraverso i messaggi, ho avuto la fortuna di raccogliere racconti personali, emozioni profonde, pensieri che spesso custodisco come piccoli tesori. Mi hanno raccontato di come una canzone li abbia fatti sentire meno soli, o abbia risvegliato un ricordo, un sogno.
Ogni parola che mi lasciano è un regalo prezioso, che mi ricorda il potere straordinario che ha la musica di creare connessioni reali. E ogni volta mi sento incredibilmente grata.
Ti affascina l’idea di poter girare il mondo con la tua musica? Perché?
Sì, mi affascina tantissimo. Poter portare la mia musica in giro per il mondo sarebbe per me un sogno che si intreccia alla voglia di incontrare culture musicali e storie diverse.
La musica ha questa forza meravigliosa: parla una lingua che tutti possono capire, senza bisogno di traduzioni. E viaggiare cantando, raccontando, ascoltando… sarebbe come tessere una grande rete invisibile fatta di emozioni condivise per dipingere una nuova rivoluzione. Credo che ogni luogo, ogni incontro, mi trasformerebbe, e che ogni concerto sarebbe un modo per restituire al mondo qualcosa che nasce e che esiste solo nel momento
in cui si crea, per diventare immortale.
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