Sul proprio profilo social Ali Bagheri Kani, ministro degli Esteri iraniano ad interim, ha detto di aver tenuto nuovi colloqui  telefonici sabato sera con i suoi colleghi di Giordania ed Egitto.

Le tre parti hanno sottolineato l'importanza di proseguire le consultazioni per portare la pace nella regione, dove la situazione è estremamente critica a causa dei crimini e delle pericolose avventure del regime di Tel Aviv.

Bagheri Kani ha inoltre esortato le nazioni musulmane dell'area ad adottare una posizione unitaria e ferma, oltre a misure coordinate per impedire al regime sionista di continuare i suoi atti genocidi a Gaza e di espandere la sua aggressione.

Quindi si può credere che Teheran voglia raffreddare la tensione? Non è così perché il ministro degli Esteri iraniano ha riaffermato che la Repubblica islamica ritiene il regime sionista responsabile dell'assassinio di Ismail Haniyeh, per il quale lo stesso ayatollah Seyyed Ali Khamenei, Guida suprema della Rivoluzione islamica, ha dichiarato che Israele deve essere punito severamente poiché è "nostro dovere vendicare il suo sangue (di Haniyeh)", perché è stato martirizzato nel territorio della Repubblica islamica dell'Iran.

Parole dure, questa domenica, anche dal presidente del parlamento iraniano Mohammad Baqer Qalibaf, che ha affermato che il regime sionista e gli Stati Uniti si pentiranno dell'assassinio di Ismail Haniyeh.

I sionisti dovranno correggere i loro calcoli per non commettere un errore dannoso per la loro sicurezza e la pace regionale, ha affermato Qalibaf durante una sessione aperta del parlamento:

"Non dubitiamo che il popolo, le forze di resistenza e coloro che aspirano alle libertà nel mondo saranno contenti della risposta intelligente e schiacciante dell'Iran, e il regime sionista, in particolare il suo sostenitore, gli Stati Uniti, saranno costretti a pentirsi.Non dovremmo mai dimenticare che dopo l'operazione Tempesta Al-Aqsa, i principali elementi del regime sionista sono crollati.Le nostre potenti forze militari, confidando nell'eterno potere di Dio e contando sul sostegno popolare, daranno una lezione storica a questo nemico terrorista e al suo ingannevole sostenitore, gli Stati Uniti".

Qalibaf ha anche affermato che alcuni politici occidentali che si dichiarano paladini dei diritti umani oggi restano in silenzio di fronte all'uccisione di bambini palestinesi da parte di Israele e al genocidio a Gaza, esortando le nazioni del mondo a difendere i diritti del popolo oppresso e innocente della Palestina contro l'inquietante alleanza dei governi occidentali con il criminale regime sionista.

Come si può capire, da Teheran arrivano segnali che confermano la volontà di un attacco contro Israele.

Secondo gli Stati Uniti, che hanno chiesto ai loro connazionali di lasciare il Libano con qualunque mezzo purché sia il prima possibile, l'Iran dovrebbe lanciare l'attacco contro lo Stato ebraico già lunedì, come riportato dal sito "Axios", che riferisce anche della presenza in Medio Oriente di Michael Corella, comandante del CENTCOM (United States Central Command), comando combattente unificato delle forze armate degli Stati Uniti. 

La visita del generale Michael Corella nella regione era stata pianificata prima della recente escalation tra Israele, Iran e Hezbollah, ha sottolineato Axios, che ha poi aggiunto che il generale utilizzerà il viaggio per cercare di riaggregare la stessa coalizione internazionale e regionale che ha difeso Israele contro l'attacco iraniano dello scorso aprile, che stavolta avrà però una  portata più ampia e potrebbe essere coordinato con Hezbollah, Houthi e altri gruppi armati sciiti collegati a Teheran, come conferma l'intervista dell'agenzia Irna a Alaa Hassan, portavoce di Najaba.




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