Il santuario di Vicoforte, comune di poco più di 3mila abitanti in provincia di Cuneo, noto anche come santuario basilica della Natività di Maria Santissima o santuario-basilica Regina Montis Regalis, è una chiesa tra le più importanti del Piemonte, la cui cupola con sezione orizzontale ellittica risulta essere la più grande di tale forma al mondo.

In questi ultimi giorni, il santuario è salito agli onori della cronaca perché al suo interno sono state ospitate le salme della regina Elena e, da domenica, quella del marito, Vittorio Emanuele III, arrivate in momenti diversi dall'Egitto dove entrambi erano morti in esilio.

Rientro in Italia alla chetichella, non si sa bene voluto e pagato da chi, bandiera sabauda sulla bara dell'ex re, hanno fatto arricciare il naso a molti, non solo per ciò che Vittorio Emanuele ha fatto e contribuito a fare in passato, ma anche per l'attuale momento storico, in cui movimenti più o meno fascisti sembrano acquisire consenso tra gli italiani.

Ma giudicata ancor più negativamente, è la possibilità che Vittorio Emanuele III e la regina Elena finiscano a Roma al Pantheon a far compagnia a Vittorio Emanuele II, alla regina Margherita di Savoia e a Umberto I, il re che premiò il macellaio di Milano, Bava Beccaris, con la Croce di Grand'Ufficiale dell'Ordine Militare di Savoia, per "il grande servizio" reso "alle istituzioni ed alla civiltà" per aver massacrato uomini, donne, vecchi e bambini l'8 maggio 1898 a Milano.

Alla fine dei conti c'è una certa attinenza tra un re che si è complimentato con un militare per aver assassinato dei civili inermi ed un altro re che ha regalato all'Italia il periodo più buio della sua storia.

Oltre agli antifascisti, a protestare per questa possibile scelta c'è pure la comunità ebraica che, oltre al fascismo, ai rapporti con il nazismo, alla guerra e alle deportazioni, imputa al re anche la colpa di aver approvato le leggi "a difesa della razza". A tal proposito, ne sono testimonianza le dichiarazioni della Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni e le parole sul Corriere della storica Elena Aga Rossi che afferma che "la figura di Vittorio Emanuele III non può essere in alcun modo riscattata".

Una figura ridicola e tragica quella del re sciaboletta, sia per l'aspetto fisico sia per le scelte politiche. Una figura che sotto tutti i punti di vista non può essere in alcun modo recuperata. In ogni caso, nonostante il revisionismo imperante in Italia, non dovrebbe essere neppure recuperata dagli attuali fascisti 2.0, dato che fu proprio il re a far arrestare il loro nume tutelare, Benito Mussolini. Ma considerata la confusione storica e mentale attuale di molti giovani, niente è da escludere a priori, specialmente in relazione al peggio.