Lo scenario germanico, pieno di fitte nebbie e rilievi irti ed ostili, caratteristico della Pianura Padana, è stato il corollario d’un singolare concerto di musica lirica su una riva emiliana del Po, intitolato “Contrappunto per cuori fuori tempo”, ballata notturna svolta in dodici tappe, dove si rappresenta un cavaliere perduto e dibattuto tra l’emozione dell’amore e quello della follia. Sotto la direzione di Luigi Pagliarini, esibitosi pure al clarinetto, oltre che come tenore con l’accompagnamento alla chitarra di Anna Vezzani la manifestazione ha cercato di realizzare una simmetria ideale per avvicinare brani cronologicamente lontani tra loro per etica, linguaggio e tendenza; ma affini per sentimento e afflizione: due mondi formalmente opposti, quale quello, in cui è vissuto Ludovico Ariosto, e quello in auge nel Romanticismo dalle sfaccettature ossianiche hanno raccontato la vicenda “impossibile” di un cavaliere ramingo, che si perde fra gli argini del Po nutrendo le afflizioni dell’animo per cercare quella pace promessagli, ma rifiutata da un sentimento sbiadito.

Nel suo cammino incrocia altri dodici personaggi, che vivono le sue medesime emozioni con la convinzione che la pace riposi non sulla donna amata, né tanto meno nella speranza; ma nel silenzio ultimo della morte, dove la pulsazione si ferma e l’anima infine si rilassa. L’evoluzione dell’intreccio si è snodata tra letture e performances canore con pezzi di musica classica, operate dalle soliste del “Coro Adorno” di Reggio Emilia: di peculiare rilevanza sono stati cantati in coro dal contralto Pamela Ragazzini, dal mezzosoprano Cinzia Montanaro e dal soprano Raffaela Riga le opere “Coronach” di Franz Schubert; “Hans und Grete” di Gustav Mahler; “Ich ging mit Lust durch einen grünen Wald”, sempre di Mahler.

Esse per di più ha prestato la loro voce nella lettura di alcune tappe scortate dal suono degli strumenti iniziando gli astanti all’ambiente di quei tempi conducendo metaforicamente il cavaliere solitario nel territorio deputato al perenne riposo della morte, per affermare che tutto termina placidamente dopo un’esistenza angosciosa e logorante. “È stata un’esperienza intensa e toccante! Vivere gli stati d’animo di un cantastorie, un salto nel tempo, quando con la narrazione, la musica e il bel canto evocava gli stati d’animo, la passione, l’amore, il dolore, la nostalgia dei cavalieri per la loro amata. – è stato il commento di Raffaela RigaImmersi in un paesaggio quasi surreale, dove il fiume da spettatore silente diventa a sua volta con il suo lento fluire messaggero per altri di quelle parole, musiche ed emozioni”.

È stato un momento direi affascinante in luogo suggestivo con un’aurea romantica, che si è ricreata. – ha chiosato Anna VezzaniBella l’idea di Luigi di creare una storia che unisse tutti i brani”. “Questo è stato un evento, che mi ha trasmesso una quiete inaspettata. – ha glossato Pamela RagazziniComplici il crepuscolo, che con la sua luce pacata avvolgeva il nostro ensemble, ed il fiume col suo scorrere quasi impercettibile, che ha cullato con grazia le nostre armonie”. “Una gioia e al contempo una sfida cantare tre brani del Romanticismo nella lingua, che ne è stata la culla: il tedesco. – ha rilevato Cinzia MontanaroL’atmosfera del crepuscolo sul fiume così suggestiva, ne era la cornice perfetta.

Un grazie di cuore a tutti i miei compagni di percorso con un abbraccio speciale alle mie colleghe cantanti, con cui si è creata la giusta sintonia”. Le medesime sensazioni sono state espresse dal pubblico, avviluppato da un’atmosfera tanto idilliaca da lasciarsi trasportare metaforicamente in una dimensione spaziale e temporale trasversale in grado di cogliere l’essenza del tragico sentire di un’umanità dibattuta da sani princìpi morali, ormai scomparsi nell’attuale società neoliberista.