Di recente, B'Tselem ha pubblicato il rapporto "Welcome to Hell" una dettagliata denuncia delle condizioni di vita cui sono sottoposti i detenuti palestinesi nel carcere di al-Naqab (Negev), con un focus su coloro che sono  trattenuti sotto detenzione amministrativa, una pratica che permette di prendere come ostaggi cittadini palestinesi senza che possano essere accusati di alcun reato, non avendoli commessi, e senza che vengano sottoposti a processo, non avendo commesso alcun reato.

Questo un breve riassunto dei punti chiave del rapporto.


Condizioni di detenzione

I detenuti sono costretti ad affrontare sovraffollamento, strutture igienico-sanitarie inadeguate e accesso limitato a cure mediche essenziali. Le celle sono piccole e mancano di ventilazione adeguata, creando le condizioni di un ambiente che porta al degrado fisico e psicologico.


Violenza e maltrattamenti
Il rapporto evidenzia frequenti episodi di violenza fisica e psicologica da parte delle guardie carcerarie, inclusi pestaggi, umiliazioni e punizioni collettive. Alcuni detenuti sono sottoposti a isolamento prolungato, una pratica che B'Tselem descrive come una forma di tortura.


Detenzione amministrativa
Il documento critica duramente la pratica della detenzione amministrativa, che consente di incarcerare persone senza processo, basandosi su prove segrete che non vengono rivelate né all'accusato, né ai suoi avvocati. Questa pratica è considerata una violazione del diritto internazionale e dei diritti umani fondamentali.


Accesso limitato alla giustizia
I detenuti hanno un accesso limitato alla rappresentanza legale e spesso i processi militari in cui vengono giudicati mancano delle garanzie minime di equità. Anche le famiglie dei detenuti affrontano difficoltà significative nel visitare i loro cari, a causa di restrizioni sui permessi di viaggio e sulla distanza dei centri di detenzione.


Impatti psicologici e sociali
Il rapporto mette in luce gli effetti devastanti della detenzione su individui e comunità, con molti detenuti che riportano gravi problemi di salute mentale, mentre le loro famiglie soffrono di stress emotivo e difficoltà economiche.

Secondo B'Tselem, le condizioni descritte nel rapporto fanno parte di una più ampia strategia di oppressione contro i palestinesi nei Territori Occupati. Pertanto, la ong chiede la fine della detenzione amministrativa, il miglioramento delle condizioni carcerarie e il rispetto del diritto internazionale.


Il rapporto si basa su interviste con 55 palestinesi di Gaza, Cisgiordania e Israele detenuti nelle prigioni israeliane dopo l'attacco del 7 ottobre, la maggior parte dei quali senza essere stati processati.

"Le testimonianze - si legge nel rapporto - indicano chiaramente una sistematica politica istituzionale incentrata sull'applicazione ripetuta e continua di abusi e  torture di tutti i prigionieri palestinesi detenuti da Israele".

L'esercito israeliano, che gestisce alcuni centri di detenzione in cui sono stati trattenuti prigionieri palestinesi, ha dichiarato di operare nel rispetto dello stato di diritto.



Fonte:
www.btselem.org/sites/default/files/publications/202408_welcome_to_hell_summary_eng.pdf
www.btselem.org/sites/default/files/publications/202408_welcome_to_hell_eng.pdf