Il Partito Democratico dell'Iowa ha pubblicato il risultato delle 1765 assemblee in cui si sono svolte le votazioni per decidere a chi assegnare i delegati di quello Stato tra i candidati dem che si sono presentati all'appuntamento del 3 febbraio. 

I caucus dell'Iowa sono importanti non certo per il numero di delegati che quello Stato può assegnare (solo 41), ma per il fatto che è il primo appuntamento della campagna elettorale dove concretamente si inizia a registrare il peso dei candidati. 

Chi vince, infatti, utilizza il risultato come propaganda sia per la votazione successiva, ma soprattutto per far sì che il suo nome venga indicato sui media nazionali come quello di colui che ha prevalso sugli altri, in modo da concentrare su di sé l'attenzione degli elettori nei successivi appuntamenti delle primarie.

La preoccupazione per i vertici del Partito Democratico, i cui responsabili sono da classificare nell'area di influenza dei Clinton, era che in Iowa non risultasse vincitore Sanders, da loro considerato una iattura perché si dichiara un democratico socialista. 

Nel caso venisse eletto, va detto, Sanders non cambierebbe di una virgola o quasi il sistema economico americano basato sul capitalismo, ma non sarebbe però esclusa una sua riorganizzazione a partire dalle spese militari. Che il Partito Democratico abbia dimostrato con i Clinton e con Obama di non voler certo rivedere lo status quo degli Stati Uniti è un fatto, ma a far preoccupare i democratici è anche la convinzione che una candidatura di Sanders alla presidenza non riuscirebbe a raccogliere voti nell'America "profonda", rurale, il cosiddetto Midwest. 

In tal senso, come possa farlo un candidato gay come Buttigieg è ancor più misterioso... ma almeno non si dichiara socialista.

Sarebbero queste le motivazioni, secondo alcuni, che stanno alle base del caos del voto in Iowa, il cui risultato definitivo è stato pubblicato ieri, anche se il presidente del Comitato Nazionale Democratico, Tom Perez, ha invitato il Partito Democratico dell'Iowa  al riconteggio dei voti, a dimostrazione del fatto che i dati finali sono poco credibili. Anche il New York Times ha pubblicato un articolo sull'argomento indicando numerose contraddizioni nei risultati parziali resi noti a partire dal 4 febbraio.

Chi ha vinto in Iowa? In realtà nessuno. Si può parlare invece di un pareggio tra Buttigieg (26,2%) e Sanders (26,1%), ma i singoli voti espressi per candidato sono a vantaggio di quest'ultimo. Chi ha perso, oltre alla Warren, è soprattutto Biden staccato dai rivali di ben 10 punti e molto indietro nel singolo voto.

Troy Price, leader dei dem in Iowa, in merito al riconteggio delle schede ha detto che non è possibile se non verrà richiesto da almeno uno dei candidati in lizza. Finora, nessuno lo ha fatto.

Comunque, nonostante i dati definitivi ufficiali (anche se probabilmente non veritieri) indichino che il divario tra Buttigieg e Sanders in termini di delegati è inesistente, la maggior parte dei media continua a presentare Buttigieg come vincitore in Iowa e Sanders come secondo classificato, arrivando persino ad affermare come il chiaro vantaggio di Sanders espresso nei sondaggi delle primarie del New Hampshire adesso sia in pericolo!

Lo ha scritto Newsweek nel titolo di un articolo: "Pete Buttigieg guadagna rapidamente nel New Hampshire mentre Bernie Sanders si blocca: sondaggio". Ma il sondaggio riportato nei contenuti dice che Sanders nel New Hampshire è in testa con il 31% dei voti, mentre Buttigieg è secondo al 21%. 

Così, dopo il risultato in Iowa, i democratici si apprestano a dover "inghiottire" il boccone amaro di una netta affermazione di Sanders anche nel secondo appuntamento delle primarie.