In una intervista rilasciata alla BBC, il leader laburista Jeremy Corbyn ha sfidato il prossimo leader del partito dei conservatori a tenere un altro referendum sulla Brexit prima di decidere di far uscire la Gran Bretagna dall'Ue, aggiungendo che in quel caso, compattamente, il Labour farà campagna per il Remain, cioè per rimanere in Europa.

Per Corbyn, questa posizione è l'unica plausibile che il suo partito possa prendere, per contrastare una "hard" Brexit oppure una Brexit concordata dall'ala più anti-europeista dei Tory.

Sicuramente un passo avanti sul tema Brexit, rispetto alle precedenti posizioni molto ondivaghe, espresse dallo stesso Corbyn, criticato per questo da una parte del suo partito, tanto da aver consigliato alcuni parlamentari ad uscire dal gruppo del Labour alla camera dei Comuni.

Però, Corbyn non ha detto che cosa avrebbe fatto in caso di nuove elezioni e nel caso in cui fosse stato il suo partito a guidare il Governo. Per alcuni esponenti di spicco del Labour, dovrebbe anche in relazione a tale scenario dichiarare pubblicamente che il partito è per il "Remain".

In una lettera ai parlamentari laburisti, Corbyn ha spiegato le sue precedenti posizioni dichiarando di aver continuato a credere che il compromesso tentato sulla Brexit con il governo May all'inizio di quest'anno - che includeva un'unione doganale, una relazione forte con il mercato dell'Ue e la protezione delle norme e dei diritti relativi ad ambiente e lavoro - fosse una "alternativa sensata che potesse tenere unito il paese".

Ma così non è stato. Pertanto, a settembre, presenterà in Parlamento una mozione per chiedere un nuovo referendum e nel frattempo, insieme al suo partito, farà di tutto per opporsi ai piani Brexit proposti da Hunt o Johnson, in base a chi tra i due sia il prossimo candidato Tory destinato a formare il nuovo Governo.