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ACQUA E SAPONE 1983

Nel solco dei titoli ispirati all'igiene personale, poco dopo esce "Acqua e sapone". Mi sembrò un doppione di Borotalco, nel disegnare timori, rossori e tremori, ma con il colpo di coda di quella scena sul finale, una balbettante conversazione sulla durata di una prestazione sessuale.

- Rolando: ma da dove cominci a conta'- Sandy: Dall'inizio- Rolando: Ma che intendi pe' inizio?

Ecco, lì c'è tutto.

 

"I DUE CARABINIERI" 1984

Ultimamente sono usciti rumours su acredini tra Verdone e Montesano, che avrebbe accusato il primo di una certa prepotenza nel far prevalere le scene dove compare, ma qui entreremmo nel backstage e mi fermo subito.

Carlo mi riesce gradito anche insieme a coprotagonisti, pur se la formula vincente, per me, è quella che lo vede contrapporsi un personaggio femminile.

A questo punto non c'è più dubbio sul fatto che il mondo cinematografico verdoniano sia quello dei finti innocui nevrotici e farmacodipendenti: niente di grave, intendiamoci, Lexotan, Xanax, qualunque cosa il medico ti possa prescrivere pur di calmare ansia, nevrosi e timidezza; il tutto unito a una buona dose di sigarette, che spariranno dopo la cinquantina, quando i maschi italiani iniziano a spaventarsi.

 

TROPPO FORTE 1986

Premesso che la mia generazione, in cui generosamente inserisco Carlo che ha qualche anno più di me, usava l'aggettivo "forte" in tutte le salse e a me scappa ancora, qui  Carlo frena un poco, nel coraggio di mostrare le verità.

Alla sceneggiatura collabora Sergio Leone con Rodolfo Sonego, che sarà stato imposto dal coprotagonista Alberto Sordi, visto che alla fine la scena si sposta su quest'ultimo, fin troppo invadente.

Carlo/Oscar Pettinari preso in sé, nuovamente nella desolazione dell'estate cittadina dei tempi, ci piacerebbe. E' un bulletto, come  i suoi amici in moto, ma rimane nell'alveo di una metropoli che ha delle tenerezze, delle antiche dolcezze anni cinquanta, accentuate dalle musiche tutte "Rooma Rooma" di Venditti. Peccato che l'irruzione di Albertone rovini tutto e dunque personalmente boccio questa coppia dello schermo, anche nel secondo film che faranno insieme, dove è Sordi il primo protagonista , "In viaggio con papà". Ognuno stia nel suo campo e faccia il re del suo regno.

Forse, anche, per questo in WIKIPEDIA nemmeno viene citato "Cuori nella Tormenta", del 1984. La regia non è di Carlo, che collabora alla sceneggiatura dove compare perfino Ettore Scola, ma le comicità televisivo/teatrali di Lello Arena e Jimmi il Fenomeno non quagliano con le dinamiche verdoniane.

 

IO E MIA SORELLA, 1987

Carlo in coppia con una donna, finalmente ci siamo, mi dico: e non vengo delusa. Lei è Ornella Muti, che ha il suo peso. E' il primo film che mi spingerà a visitare la location di un film di Carlo, Budapest, dove effettivamente mi recherò, trovando a mia volta problemi di lingua, almeno allora.

Che poi, Carlo  è così, leggero leggero, ti butta sul piatto pure l'ombra di uno strano rapporto fraterno e non te ne curi; ma soprattutto, alle sedicenti femministe come la sottoscritta, può non piacere l'eterno sarcasmo sul mito della virilità del maschio latino? Vedi la scena in cui il suo personaggio ( Carlo Piergentili) implora di poter bere, mentre soggiace alle voglie dell' insaziabile infermiera dell'orfanatrofio magiaro, perché " ho perso n' sacco de potassio".

 

COMPAGNI DI SCUOLA  1988

Film corale, dicono ispirato all'americano " Il Grande freddo" di Lawrence Kasdan del 1983, ma in definitiva ben diverso. Troviamo dei classici " compari " di Verdone come, un nome per tutti,  Christian de Sica, compagno di scuola, amico, cognato, collega e chi più ne ha. Rivediamo anche, ma sarà l'ultima volta, Natasha Hovey, già vista in "Acqua e sapone".

Non penso che i film debbano avere una morale: si guardano, si esplora un pezzo di sé attraverso la fantasia, oppure ci si commuove o ci si diverte, ma in questo caso mi scappa di nuovo  la considerazione che il ragazzo  per bene fa più sfracelli di tutti, perché non è un mascalzone di natura e il male, lo fa proprio male.

 

IL BAMBINO E IL POLIZIOTTO 1989

Notiamo subito l'assenza di contraltari maschili o femminili, che in questa fase sembravano consolidati. Nessun partner fisso, né comprimari di un certo peso a far da contorno. Il tema di un single incallito, che si ritrova ad occuparsi fortunosamente di un bambino non suo, non era nuovo, già allora. Sembra quasi la versione italiana di "Baby Boom" con Diane Keaton, di due anni prima, girata al maschile. La recitazione è sottotono e il finale , in effetti, all'americana.

E' una tappa un po' evanescente della "summa" verdoniana, con una sceneggiatura che, leggo, in origine era stata pensata per Luigi Comencini. Magari di base era buona, ma manca di molto, a cominciare dall'elemento fondamentale, il ritmo: e Carlo, da batterista amatoriale, lo sa.

 

STASERA A CASA DI ALICE  1990

Carlo prova il trittico di protagonisti e non sbaglia. Ornella Muti è partner sperimentata, Sergio Castellitto un coprotagonista strepitoso, senza nulla togliere a Verdone. Forse la vicenda parallela della sorella di Alice, depressa e poi suicida, aggrava un po' la visione, ma il divertimento, in questo caso venato di una buona dose di amarezza, è garantito. Carlo mette i piedi nel piatto con la solita nonchalance: l'adozione di bambini all'estero, la noia matrimoniale, la trasgressione sessuale.


Continua...