Berlusconi, quando è entrato in politica,  non ha inventato niente. Quello che lui ha fatto per farsi eleggere lo ha copiato da quello che all'inizio degli anni 50 aveva già fatto Achille Lauro. Unica differenza è che Lauro si era limitato a prendere Napoli, Berlusconi invece ha pensato più in grande, mirando direttamente all'Italia.

Perché ricordare Lauro, scomparso oramai da più di 40 anni? Perché il voto di scambio era uno dei metodi, sfacciati, da lui usati per acquisire consensi. Lauro comprava i voti con i suoi galoppini che agli elettori consegnavano la metà di un foglio da "mille lire", promettendo l'altra metà in caso di vittoria del "Comandante". Lo stesso facevano con le scarpe: una subito e l'altra dopo i risultati del voto.

La Lega si è ricordata del metodo Lauro e lo ha riproposto, aggiornato al presente, distribuendo confezioni di Grana Padano con su scritto "Vota Lega". È accaduto a Piacenza, un paio di giorni fa, in vista delle amministrative di domenica 12 giugno.

Venuto a conoscenza dell'iniziativa, il consorzio Grana Padano - come riporta Libertà, quotidiano piacentino - ha diffuso una breve dichiarazione di Lorenzo Marini, amministratore delegato della Lattegra, azienda componente del Consorzio, in cui ha criticato e condannato il comportamento della Lega di Piacenza: "Ci dissociamo dall’utilizzo del nostro formaggio per fare propaganda politica, si tratta di un fatto sgradevole. Il formaggio non è né di destra né di sinistra. È di tutti".
Giampaolo Maloberti, consigliere leghista piacentino, invece di scusarsi ha rilanciato:

"Tutto è stato regolarmente acquistato da un produttore locale. Siamo orgogliosi della nostra provincia: è la quarta in Italia per la produzione di Grana Padano che è, assieme a pancetta, coppa e salame, una delle nostre Dop. Noi saremo sempre per la tutela e promozione dei nostri prodotti locali".

Naturalmente, il povero Maloperti non ha capito che prima di sfruttare il marchio Grana Padano per tale iniziativa avrebbe dovuto chiederne e riceverne il consenso. Un passaggio che, per la logica del leghista, risulta evidentemente incomprensibile.