Si accendono le polemiche sul web sulla nuova quota 41 destianata a tutelare i lavoratori precoci. I vincoli previsti dal legislatore sarebbero infatti considerati da molti come eccessivi rispetto alle esigene di tutela.

Ricordiamo che per poter fruire del beneficio serve aver lavorato almeno un anno prima del 19.mo anno di età, mentre parallelamente bisognerà rientrare nei profili di tutela previsti dalla legge.

Sulle difficoltà di accedere alle "presunte" anticipazioni pensionistiche messe a punto dal governo, vale la pena riportare la dichiarazione del segretario generale della Fillea Cgil Alessandro Genovesi.

«Se non vi saranno interventi e verranno quindi mantenuti i 36 anni di contributi di cui gli ultimi 6 continuativi, l’Ape agevolata per gli operai edili sarà inesigibile.

 

A fronte di almeno 23mila operai edili con più di 63 anni che stanno sulle impalcature, esposti più di altri a infortuni gravi e spesso mortali – spiega Genovesi –, potranno accedere teoricamente meno di 500 operai. E dico teoricamente, perché i potenziali beneficiari sono quasi tutti operai di imprese strutturate che, facendo ora i capi cantiere, coordinando magari lavori esteri, grazie anche alle buone relazioni sindacali, sono già scesi dalle impalcature.

Alle migliaia di operai di aziende piccole, di 2-3 dipendenti, alle migliaia di operai che cambiano spesso datore di lavoro (cioè quasi tutti, come sa chi conosce il settore dell’edilizia), il governo sulla carta riconosce che sono lavoratori impegnati in attività gravose e pericolose, ma nella pratica li lascia fino a 70 anni sulle impalcature o a trasportare carichi pesanti o a stare 8 ore con il martello pneumatico nelle mani. Non so come si possa definire una cosa simile – conclude Genovesi –, a me viene in mente solo una parola: truffa.»