"Ora davvero basta con le prese in giro. Il Pd oggi ha chiesto due cose: al Presidente Conte di venire alle Camere per spiegare la situazione relativa al sottosegretario Siri, colpito dalla richiesta di dimissioni del M5S per la grave inchiesta che lo coinvolge.

La seconda è una mozione di sfiducia dei senatori del Pd al Governo perché questo continuo braccio di ferro fra Lega e M5S fa ulteriori danni ad un Paese, che hanno già portato alla recessione."

Dopo che ieri il capogruppo PD al Senato, Andrea Marcucci, aveva descritto i botta e risposta tra Salvini e Di Maio, definiti cialtroni, come una lotta nel fango per le elezioni europee, oggi ha fatto sapere, con la nota sopra riportata, di aver presentato una mozione di sfiducia nei confronti del governo, invitando anche il premier Conte ad informare il Parlamento sulla vicenda del sottosegretario Siri, indagato per corruzione in una inchiesta che coinvolge la mafia.


In una intervista al Corriere, Giuseppe Conte ha detto che prima di chiedere le dimissioni da sottosegretario ad Armando Siri, vorrà parlarci "per avere altri elementi di valutazione nel rispetto dei diritti dell’interessato, che come prima cosa ha il diritto ma anche il dovere di conferire con il suo Presidente", aggiungendo però che che se emergesse che sia stato "latore di un interesse privato e non generale, sarebbe una questione grave a prescindere da dazioni e promesse di pagamento. Siamo al governo per perseguire gli interessi della comunità, non il tornaconto di singoli imprenditori".

In merito alle liti di questi giorni tra Salvini e Di Maio, Conte, nella stessa intervista, ha detto che il Governo "vivrà, non sopravviverà. Se dovesse solo vivacchiare, dovremmo tutti trarne le necessarie conseguenze, io per primo".


Dopo la pausa di Pasqua, la prima prova per Conte non sarà tanto la richiesta di sfiducia del Pd, quanto lo scoglio molto più arduo di ottenere le dimissioni di Siri che, in base alle dichiarazioni dei 5 Stelle e a quanto trapela dall'inchiesta, sembrerebbero dovute, in attesa almeno di ulteriori chiarimenti.

Armando Siri, sottosegretario al ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, avrebbe acconsentito di agevolare, in cambio di denaro e favori, le richieste che provenivano da Paolo Arata, faccendiere ed ex deputato di Forza Italia che agiva per conto di Vito Nicastri, persona legata a Cosa Nostra, per favorire le attività di aziende che operano nel campo del settore eolico.

Ma la Lega difende Armando Siri a spada tratta, perché è colui che gestisce la cosiddetta Scuola di Formazione Politica - definita dallo stesso partito come la scuola politica più importante d'Italia - a favore della quale venerdì lo stesso Salvini si è "esibito" in uno spot per promuoverne la 5.a edizione, 2019-2020.


E con queste premesse Matteo Salvini potrebbe acconsentire che Armando Siri venga sfiduciato da Conte (e dai 5 Stelle), accettando di dimettersi da sottosegretario, senza che per il Governo non ci siano conseguenze?