E meno male che le cicale dovremmo essere noi italiani! Con la festa di compleanno organizzata dalla "first lady" per l'amato Boris nel giugno del 2020 all'interno del 10 di Downing Street a cui avrebbero partecipato decine di collaboratori, si è ormai perso il conto dei party a cui ha partecipato il premier Johnson durante la pandemia, in violazione delle norme di distanziamento da lui messe in atto per evitare l'estendersi del contagio.
Ed il conto probabilmente deve averlo perso anche Sue Gray, a cui era stato assegnato il compito di condurre un'inchiesta interna su quello che è diventato un vero e proprio scandalo che coinvolge l'attuale governo del Regno Unito.
Comunque sia, la Gray ha fornito il suo resoconto alla polizia metropolitana che oggi, tramite una dichiarazione del commissario Cressida Dick, ha comunicato di aver avviato un'indagine ufficiale per verificare eventuali violazioni di legge.
E dato che tutto il mondo è Paese, la vice del leader laburista Starmer, l'agguerrita Angela Rayner, non appena si è diffusa la notizia ha subito rinnovato la richiesta di dimissioni già presentata a Johnson qualche giorno fa, aggiungendo che lo farà anche ufficialmente durante la prossima seduta della Camera dei Comuni.
A questo punto, anche in base all'evoluzione dell'inchiesta, resta da vedere se i conservatori decideranno di continuare o meno a dare il loro appoggio a Johnson, nonostante sia il leader del partito.
In Gran Bretagna, infatti, i parlamentari vengono eletti in collegi uninominali ed anche quelli di primo piano non hanno i paracadute previsti dalle ridicole e raffazzonate leggi elettorali ad personam che di volta in volta vengono approvate in Italia.
Pertanto, nessun MP tory avrà alcun interesse ad arrampicarsi sugli specchi per giustificare ciò che i suoi elettori troverebbero ingiustificabile e, di conseguenza, se Johnson dovesse risultare indifendibile nell'inchiesta giudiziaria, allora la sua esperienza come premier terminerebbe all'istante.